In ricordo di padre Giorgio Spadoni, intitolata una sala di catechismo

Con una cerimonia semplice, partecipata e tessuta da ricordi e nostalgia, domenica 16 marzo, nella parrocchia del Sacro Cuore, è stata inaugurata la nuova sala di catechismo, intitolata a padre Giorgio Spadoni.

Padre Giorgio era nato a Roma nel 1930, nei pressi della Bocca della Verità. A Canelli c’era già stato, alla fine degli anni ’50, come insegnante dei seminaristi. Come parroco al Sacro Cuore, giunse nel 1986 rimanendovi fino al 1994.
Due giorni prima dell’incidente stradale, il 3 luglio 2009, era stato a Canelli a visitare i tanti amici lasciati, ma non dimenticati.

Sul filo dei ricordi qualche testimonianza: “Sei stato un ottimo sacerdote ma anche un ottimo amico”; “Noi siamo cresciuti con te e ci hai insegnato i valori della vita, a ringraziare, a fare bene ciò che facciamo, ad affinare il gusto del bello”; “con parole di amore e di conforto hai avvicinato molte persone al Signore”.

L’inaugurazione della sala è stata accompagnata anche dalla mostra delle fotografie recuperate nella serie di foto che lo stesso padre Giorgio aveva raccolto, in perfetto ordine, e che documentavano la variegata attività che, gioiosamente, animava. Aveva una grande capacità di coinvolgere i parrocchiani con coraggio, comprensione e sacrificio, senza badare troppo al credo professato dai collaboratori. Una ricca umanità, che faceva breccia anche nei cuori più provati, e con humor e facezie, riusciva ad entrare in familiarità con tutti. Pur possedendo una vasta cultura ed una preparazione psico-pedagogica di alto profilo, si faceva piccolo con i piccoli. La sua grande felicità era stare con i bambini per i quali inventava mille attività.

Preghiere e testimonianze hanno segnato la celebrazione eucaristica di domenica scorsa. Numerosi i presenti che, accolti da una lunga teoria di foto e da una grande foto di padre Giorgio con i bambini, hanno assistito alla benedizione della nuova sala. Giorgio Cortese lo ricorda così: “C’è sempre stato un rapporto di affetto e stima tra lui e noi parrocchiani, stima e affetto ricambiata dai canellesi. Per me e la mia famiglia, così come per tantissime persone, è stato punto di riferimento, caro al nostro cuore come amico, grandissimo e prezioso dono del Signore”.

Nell’occasione, è saltata fuori la profonda sensibilità di padre Giorgio per la poesia. Tra le tante da lui scritte, padre Pinuccio ha scelto ‘Tenerezza e mistero’:

“Invano le nubi appannano il cielo azzurro della mia anima, dove sempre il sole splende, e l’amore intesse trame dolcissime di felicità. Sento una musica, fatta di tenerezza e d’incanto, e di mistero; un mistero d’amore, che all’improvviso, sboccia prepotente, splendido come un mazzo di fiori di campo, profondo come l’azzurro sterminato del cielo e del mare, impalpabile come le vele, che accarezzano le piccole onde, solenne come un gabbiano, che si lascia trasportare dal vento, struggente come l’adagio della Quinta di Mahler.”