Venerdì 22 marzo, al Teatro Balbo di Canelli, gremito all’inverosimile, si è svolta la festa-incontro-riconoscimento, dedicata agli 802 vignaioli del Moscato che coltivano sorì, i filari più ripidi delle grandi scalate di Giro e Tour.
I sorì. I sorì (termine piemontese che significa “soleggiato”) si trovano dislocati in 323 ettari con pendenza oltre il 50%, e fanno parte dei 9.700 ettari di filari, nei 52 Comuni della zona a Moscato docg, dove operano oltre 4.000 aziende che coltivano lungo la fascia sud delle province di Cuneo (61% di sorì), Asti (35%) e Alessandria (4%). Sono i versanti meglio esposti delle colline, dove si continua a coltivare la vite, in particolare il Moscato d’Asti, dove è difficile stare in piedi e i trattori non riescono ad entrare.
Rivoluzione. Con l’articolo 9 dell’accordo interprofessionale (regola i rapporti tra le storiche Case spumantiere dell’Asti e i produttori di uva), mediatore dell’assessore regionale all’Agricoltura, le parti si sono impegnate alla valorizzazione della qualità. Conseguentemente è stata approvata una norma destinata a segnare una piccola concreta rivoluzione nel modo di riconoscere il lavoro dei vignaioli.
Tutto ciò grazie al lavoro della Commissione qualità, presieduta dal direttore del Consorzio dell’Asti docg, Giorgio Bosticco, che, valutate le relazioni dello storico della viticoltura Lorenzo Tablino, del geologo Claudio Riccabone, del delegato Unesco Roberto Cerrato, Giovanni Bosco (Ctm), per la prima volta in Italia e in Europa, ha deciso che coloro che coltivano vigne con pendenza superiore al 50% avranno un premio di produzione extra in più di circa mille euro ad ettaro.
Onore al merito a Giovanni Bosco, ideatore della ‘piccola rivoluzione’ da lui portata avanti come movimento di idee già dal 1976 con gli “Amici del Moscato” e proseguita con il movimento del Consorzio Terre Moscato (CTM), sorto nel 2000.
Premiazioni. A Canelli, 802 coltivatori di “sorì del Moscato” hanno ricevuto un attestato e sono stati premiati i “patriarchi”, vignaioli con oltre 90 anni di età.
Il premio a questi eroi dei filari è stato complessivamente di 300 mila euro, una cifra che equivale ad un incoraggiamento a non mollare e che sarà distribuita entro la fine di aprile.
Alcuni dei premiati e dei ‘Patriarchi’, brillantemente intervistati dal giornalista Sergio Miravalle, hanno raccontato le loro storie.
A dare vita alla serata si sono alternati Marco Gabusi (sindaco di Canelli), Giorgio Bosticco (direttore Consorzio dell’Asti), Lorenzo Tablino (storico), Claudio Riccabone (geologo), Annalisa Conti (delegata Unesco), Giovanni Bosco (Ctm).
I vignaioli sono stati premiati dall’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto, dal presidente del Consorzio dell’Asti docg Gianni Marzagalli. Ha concluso l’incontro un grande brindisi con l’Asti docg e il Moscato d’Asti docg.
Tra i premiati per il maggior rapporto tra superficie vitata e vigneti esposti al ‘sorì’: Toffano SS di Castiglion Tinella, Elvio Tintero di Mango, Angela Fogliati di Cossano Belbo, Oscar Ghignone di S. Stefano Belbo, Piano Giuseppe di S. Stefano belbo, Maria Elisabetta Lolli di Cossano Belbo, Vittoria Maria Grassi di Cossano Belbo, Livio Trinchero di Camo, Maria Enrica Pera di Calosso, Paolo Castellengo di Alba.Oltre ai dieci produttori sono stati premiati tre ultranovantenni: Alessandro Scagliola di Calosso, Luigi Traversa di Bistagno e Cesare Tardito di Sessame.