Sabato 18 ottobre, a Palazzo del Michelerio, si festeggerà il primo anno di attività del centro espositivo del Museo Paleontologico, con l’arrivo di una nuova balena vissuta, tre milioni di anni fa, nel Mare Padano.
Il cetaceo fossile sarà collocato nella stessa sala in cui trovano posto le balenottere di Vigliano (La Viglianottera), San Marzanotto (Tersilla), Chiusano e i delfini ritrovati a Settime e nel letto del Tanaro a Belangero. Gli astigiani potranno vedere la nuova arrivata nelle visite guidate dalle 15 alle 19 (ultimo accesso al museo ore 18), ma saranno diverse le iniziative che si rincorreranno per tutto il pomeriggio.
La balena, vissuta nel Mare Padano, arriva da Portacomaro, dove è stata scoperta in un orto privato nel 1982. I suo resti si compongono di una quindicina di grandi vertebre, le stesse che saranno esposte nel museo: secondo le ricerche preliminari del paleontologo Piero Damarco, conservatore del museo, doveva trattarsi di un grosso esemplare, all’incirca di sette metri, come la Viglianottera. Tra le sue vertebre è stato ritrovato un dente di squalo, il che fa supporre che, come Tersilla, sia stata cibo per pescecani.
I resti del cetaceo sono stati ritrovati in regione Bottigliana, su una collina di fronte a quella in cui vivono alcuni parenti di Papa Francesco. A partire dal 1984, e per una decina d’anni, sono stati esposti in una sala del Museo Archeologico del Battistero di San Pietro per poi essere ritirati e custoditi nel laboratorio paleontologico delle Aree Protette. Adesso la balenottera è pronta a svelarsi nuovamente e in modo permanente, andando a completare la collezione di cetacei scoperti nell’Astigiano dal 1959 a oggi. Un nuovo pannello aiuterà a visualizzare meglio la localizzazione geografica nel territorio astigiano dei principali ritrovamenti di cetacei fossili dalla fine dell’800.
Ma la balena di Portacomaro non sarà il solo richiamo paleontologico della festa di compleanno del museo: i visitatori avranno modo di stupirsi anche di fronte a una possente mandibola di squalo di oltre 20 milioni di anni fa.
La giornata si aprirà alle 15 con il saluto dei rappresentanti delle Aree Protette, poi prenderanno avvio le visite guidate tra conchiglie, balene e delfini fossili: un viaggio immaginario, ricco di suggestioni, per raccontare di quando nell’Astigiano c’era il mare.
La creatività occuperà un posto importante, con due iniziative in particolare: “Lascia un pensiero alla balena”, esposizione su grandi teli delle più belle frasi e i migliori disegni dei bambini che in questo anno hanno visitato il Paleontologico, e “Pennellate in libertà”, reinterpretazione su tela delle preziose collezioni del museo affidata agli studenti della 5F Liceo Artistico Benedetto Alfieri. Gli astigiani saranno chiamati a votare l’opera più bella fino al 14 dicembre.
Alle 16 si presenterà il libro “Cacciatrici di balene” (Fratelli Frilli Editori). L’autrice Annamaria Mariotti converserà con Loredana Dova. Si partirà da una curiosità: nell’Ottocento, nell’Oceano Pacifico, c’erano donne che s’imbarcavano sulle baleniere: il loro viaggio poteva durare anni, sfidando lo scaramantico terrore che i marinari avevano per loro a bordo.
Eppure alcune coraggiose e all’avanguardia per la loro epoca, per combattere un’atavica solitudine che le voleva spose tranquille e silenziose in attesa del ritorno dei loro mariti, si imbarcavano sulle baleniere che partivano da un porto del New England, negli Stati Uniti, per seguire i loro compagni, capitani delle navi. Attorniate da equipaggi che rappresentavano la feccia degli angiporti, queste donne navigavano per tutti gli oceani del mondo, affrontando pericoli, disagi, mal di mare, viaggiando per acque e terre ancora poco conosciute.
Il libro tiene conto delle lunghe e meticolose ricerche compiute dall’autrice, appassionata scrittrice di storie e leggende di mare.
Nella foto: alcuni ragazzi della 5F protagonisti di “Pennellate in libertà”