E’ mancato il canellese Rosso Pietro (Pierino), classe 1915, deportato politico nel campo di Bolzano, socialista da sempre, cittadino esemplare. I suoi funerali sono stati celebrati lunedì 10 novembre, alle ore 14,45, nella parrocchia di S. Tommaso.
Antifascista fin da giovane (non partecipava neppure al sabato fascista) era stato schedato. Fu tra gli alpini nelle Valli Valdesi e, dopo il congedo, fu catturato dalle milizie fasciste e tedesche il 4 dicembre 1944 insieme a molti canellesi.
Dopo vario peregrinare fu trasportato nelle carceri Nuove di Torino dalle quali fu tradotto al campo di concentramento di Bolzano. Scappò dal sottocampo di Vipiteno e, sempre a piedi tra le montagne e mai avvicinandosi a centri abitati, raggiunse Canelli e la sua famiglia (era sposato e aveva una figlia).
Ha sempre vissuto coerentemente con le proprie idee di libertà, uguaglianza e giustizia sociale, deciso sulle scelte da fare anche quando non erano a lui favorevoli. Non è mai sceso a compromessi. Ha sempre vissuto coerentemente con le proprie idee di libertà, uguaglianza e giustizia sociale.
Detestava i ruffiani, gli opportunisti e i delatori. Un vero uomo, un uomo d’altri tempi. Uno di quegli uomini che intendevano la stretta di mano come un impegno ineludibile e preciso. Un uomo leale e sincero che ha insegnato a figli, nipoti, a tutti, il dovere, l’onestà, la lealtà e la coerenza. Grazie, Pierino.