Nella “Sala delle stelle” del municipio di Canelli, sabato 6 dicembre, si è assistito all’interessante tavola rotonda gestita dalla Camera del Lavoro Cgil – Flai di Asti: “Per i diritti dei migranti, per la dignità e la salute” è indispensabile la “Dignità e legalità, quale elemento di qualità”. E’ quanto annunciava lo stringato quanto intenso manifestino di coinvolgenti ragionamenti.
All’incontro, proveniente da Lampedusa, da cui era partito il 22 novembre, passando da Rosarno e Fossano, dopo 2000 chilometri, è arrivato a Canelli il “Camper dei diritti”, con particolare riflessione e ragionamenti sull’accoglienza dei migranti, in particolare “quelli della vendemmia”.
Seguendo un filo logico, sono intervenuti Giovanni Prezioso (segret. Cgil Asti e conduttore dell’incontro), Gianfranco Crua (Carovana Migranti), Giorgio Ferrero (ass. reg. Agricoltura), Marco Gabusi (sindaco di Canelli), il sindacalista messicano José Jaques Medina, Paolo Capra (Segr. Flai Asti), padre Alejandro Solalinde (dir. Migranti ‘Hermanos en el Camino’), José Jaques Medina (Co-fondatrice movimento ‘Migrante Mesoamerican).
In apertura Giovanni Prezioso, dopo i meritati complimenti a Canelli, ha evidenziato come “a settembre, vi giungano lavoratori agricoli dell’Est con numerose persone che dormono per strada, nel Belbo o in un piazzale senza luci, con due bagni ed una doccia fredda” ed ha ricordato come “una non buona accoglienza dei Migranti sporchi l’immagine del territorio. Dignità e legalità sono i pilastri indispensabili e sono un tutt’uno con la persona, la qualità ed il prodotto stesso”.
Gianfranco Grua, coordinatore della “Carovana dei diritti”, accompagnata da una trentina di migranti messicani: “Con grande tranquillità vogliamo far toccare con mano due testimonianze: quella dell’esperienza messicana e quella degli incredibili campi del nostro Mezzogiorno. A Canelli siamo arrivati non per fare polemiche, ma per aggiustare un’accoglienza, tenendo sempre conto che nel mondo ci sono 265 milioni di migranti, impossibili da fermare. L’esperienza messicana dove sono state create 70 rifugi per migliaia di migranti che così hanno un tetto, un letto e un piatto a pranzo e a cena. Una bella esperienza da imparare”.
Giorgio Ferrero, assessore regionale all’agricoltura, è convinto che le soluzioni ci siano e sgombra ogni dubbio: “Nessuno vuole speculare sulla povera gente. Siamo qui per risolvere un problema, prima di tutto a livello umano per gente che è qui per lavorare (in Argentina ci sono 1,5 milioni di italiani). Ma dobbiamo dimostrare una personalità intelligente ‘all’onur del mond’. Noi dal Piemonte esportiamo l’agroalimentare nel mondo, con più di 100 milioni di bottiglie all’anno e non possiamo avere una brutta immagine. Perché i produttori non potrebbero autotassarsi? Non è questa l’unica soluzione, l’importante è arrivare ad accoglierli in modo dignitoso, senza paura, e senza chiudere gli occhi”.
Dalla ‘Carovana messicana’, il sindacalista José Jaques Medina ha rimarcato come i produttori agricoli messicani siano stati tutti presi dagli americani e da padroni si sono trovati servitori, non riconosciuti come lavoratori agricoli. Ed oggi in California stiamo portando avanti un grande movimento per una vita degna per tutti”.
Per il sindaco Marco Gabusi “L’esperienza della piazza in regione Dota non ci ha soddisfatti” e apre subito con una presa di posizione contro la stampa nazionale che ha osato parlare di vendemmia della vergogna. “Canelli non è Rosarno e nemmeno Saluzzo. Qui l’11% della popolazione è di origine macedone e l’integrazione è ottima. Durante la vendemmia sono arrivate a lavorare a Canelli circa 200 persone di cui il 70/80% non ha dormito all’aperto, alcuni hanno dormito alla Caritas (20 posti letto), altri nelle cooperative o in famiglie di amici o parenti.
Assicuro che, nel prossimo anno, non concederemo nessuna piazza e nessun permesso di soggiorno sul nostro territorio. Se i sindacati vogliono accoglierli, facciano pure, ma su suolo privato”.
Per Paolo Capra della Flai Asti, anche a Canelli le soluzioni ci sono: “Oltre alla mappatura dell’Osservatorio Flai, si potrebbe fare un protocollo con l’Ufficio per l’impiego, fare incontrare chi cerca e chi offre lavoro. Gli strumenti ci sono, basta incontrarsi. Le cooperative serie ci sono, ma bisogna sapersi difendere dalle cooperative senza terra quelle di cui si servono anche alcuni imprenditori.
“Il mondo, oggi, è governato dal pensiero capitalistico e non più dal pensiero cristiano della legge dell’amore – ha rimarcato padre Solalinde – I migranti non sono stranieri. E’ il capitalismo che ha messo le frontiere nel cuore dell’uomo”.
L’interessante incontro non ha avuto “una conclusione”, ma è emersa la voglia di “incontro” e la certezza che il problema va affrontato, insieme, tutti.