Doveva essere una festa per il ritorno nell’ambito del Consorzio di importanti Case spumantiere come la Martini&Rossi, Fontanafredda, Toso, ma è diventata una festa con il “botto” quando in “in diretta” durante la conferenza stampa è arrivata la notizia che anche la Gancia tornerà ad aderire all’organismo compattando definitivamente la compagine consortile. Sul cavallo di San Secondo (il marchio del Consorzio) sono tornati a salire e a galoppare tutti i grandi marchi.
La diaspora degli anni scorsi è finita. Sorrisi e strette di mano hanno suggellato l’intesa. Molto soddisfatto il presidente Gianni Marzagalli che ha dato il benvenuto alle aziende neo iscritte: “Sin dall’inizio del mio mandato nel maggio 2012 mi sono prodigato affinché il Consorzio ritornasse ad essere la casa di tutti, una casa di vetro con l’adeguata rappresentanza di ogni categoria della filiera agro-industriale. Si afferma così anche il ruolo centrale del Consorzio nel governo della Denominazione Asti e Moscato d’Asti docg”.
La separazione del gruppo Martini&Rossi durava da 5 anni, così come quella di Gancia. Giorgio Molinari, country manager della Martini&Rossi (gruppo Bacardi) ha confermato la nuova strategia con significativi investimenti a favore degli spumanti con il brand Martini. Ha ribadito “l’obiettivo di far salire l’immagine dell’Asti come leader delle bollicine dolci, unico al mondo”.
Roberto Bruno, direttore commerciale di Fontanafredda ha spiegato le ragioni dell’adesione dopo la fuoriuscita degli anni scorsi “con il ritorno ad una politica di qualità e di valorizzazione del territorio e dei vigneti di Moscato”. Anche Gianfranco Toso di Cossano Belbo ritiene strategica la nuova linea unitaria del Consorzio.
Con le nuove adesioni, che comprendono anche la Cantina cooperativa La Torre di Castel Rocchero, Cevim di Nizza Monferrato la rappresentatività del Consorzio arriva ora a oltre il 96% dell’intera produzione imbottigliata di Asti e Moscato d’Asti docg, una quota che dà forza alle iniziative a sostegno della promozione e valorizzazione della denominazione.
Marzagalli con metafora calcistica ha detto che “l’Asti ha ora una squadra rafforzata dai nuovi acquisti in grado di vincere le delicate sfide future”. Il presidente ha sollecitato anche maggiore adesioni dal mondo agricolo dei produttori di uva moscato “per equilibrare e rafforzare la presenza e la titolarità della parte agricola”.
Durante la conferenza stampa è stata presentata l’operazione “Lady Asti”, che punta alla conquista del pubblico femminile in Cina, attraverso una gara canora diffusa nei Ktv-karaoke e il progetto Asti Hour, il nuovo modo di bere l’Asti in versione miscelata, abbinata alla frutta.
Momenti di consumo nuovi e rinnovata attenzione al territorio di origine dell’uva. Trenta chef della grande ristorazione della zona docg sono divenuti testimonial di una campagna stampa “Brinda con l’Asti insieme a noi” che ha usato i richiami del fumetto.
Il direttore generale Giorgio Bosticco ha fornito un panorama completo dell’Asti nel mondo partendo da un dato positivo: “i dati di imbottigliamento dal 1° gennaio al 19 dicembre 2013 evidenziano una crescita del 11% sull’anno precedente con 74,2 milioni di bottiglie di Asti docg e 25,2 di Moscato d’Asti docg”.
Il totale torna a sfiorare il tetto dei cento milioni di bottiglie (99 milioni 443 mila) a conferma dell’importanza di questo vino nel panorama dell’enologia italiana, soprattutto se si considera che l’86% della vendite deriva dall’export.
La vocazione e il successo internazionale dell’Asti e del Moscato sono confermate dai dati dell’Istat. I principali mercati, pur con andamenti altalenanti sono la Germania, Russia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Austria, Giappone , Danimarca Belgio.
Tutta da conquistare la Cina salita in un anno del 288%, ma con cifra assoluta ancora al di sotto del mezzo milione di bottiglie.
Interessante il confronto con i dati del Prosecco a conferma che la spumantistica italiana può vantare due grandi e storici capisaldi.
Si è confermato l’impegno del Consorzio nell’attività di ricerca e lotta alla flavescenza dorata dei vigneti, la creazione di un protocollo di difesa integrata per ridurre l’impatto ambientale e dare all’intero vigneto del Moscato una marcata impronta ecologica.
Infine il Consorzio ha classificato, in termini di altitudine, esposizione e pendenza, i 10.000 ettari di vigneto della zona a docg, individuandone circa 300 con pendenze uguali o superiori al 50%, coltivati senza l’impiego di macchine agricole da 800 viticoltori, per i quali la Commissione Paritetica ha riconosciuto un contributo di solidarietà di quasi 1.000 euro/ettaro. Sono i famosi “Sorì” le vigne più vicine al cielo.