Nata, ad Alba, nel Natale del 1931, Famiglia Cristiana compie 80 anni. Venne fondata dal beato don Giacomo Alberione, prete piemontese che 17 anni prima aveva dato inizio alla Società San Paolo, la congregazione che si dedica alla evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione.
Quel primo numero costava venti centesimi, aveva dodici pagine in bianco e nero (che saliranno a sedici nel 1932), il sottotitolo “Per le donne e per le figlie” e in copertina una immagine natalizia: il Bambino nella mangiatoia. Questa stessa copertina è stata rivisata in alcuni numeri che hanno caratterizzato compleanni speciali del settimanale.
Per i 50 anni di pubblicazione fu Pericle Fazzini, lo scultore della splendida “Resurrezione” della Sala Nervi in Vaticano; per i settanta fu Milton Glaser, l’artista che fece di New York la capitale mondiale della grafica.
Per i suoi ottant’anni Famiglia Cristiana ha scelto Ugo Nespolo, un nome che non ha bisogno di presentazioni, per continuare quella che è diventata una tradizione. “Desideravo attualizzare l’immagine di copertina attraverso forme e colori: le forme suggeriscono la contemporaneità, i colori danno la vita. La religione non è qualcosa di remoto, che si perde nella notte dei tempi: non la vedo in bianco e nero” ha dichiarato Nespolo, che è riuscito a dare all’ottantenne immagine di copertina vitalità e freschezza. “Volevo anche che fosse allegra. E immediata. Normalmente le mie opere piacciono ai bambini, che sanno gustarle subito, senza mediazioni intellettuali”. Una capacità di andare verso tutti che rispecchia la volontà del settimanale di essere al servizio della famiglia, di tutta la famiglia e di tutte le famiglie.
«Dove c’è famiglia, Famiglia Cristiana c’è» inizia l’editoriale di don Antonio Sciortino direttore responsabile del settimanale Famiglia Cristiana «C’è sempre stata. Ormai, da ottant’anni. Tanti quanti sono gli anni dalla nascita, ad Alba, nel Natale del 1931, per volere del beato Giacomo Alberione, il fondatore dei Paolini. Sempre al servizio della famiglia, per informarla, formarla e servirla. In ogni ambito della vita: dai problemi pratici dell’esistenza, agli interrogativi dell’anima. Con un respiro universale. Da ottant’anni, nelle case degli italiani, come ventata di “freschezza evangelica” e “luce cristiana” a illuminare i “fatti della settimana”. In Italia e nel mondo. Eventi belli, ma anche violenze e assurde lotte tra uomini e nazioni. Da sempre, con coraggio e libertà.
Quella “parresia”, richiestaci dal Vangelo, di cui tanto c’è bisogno oggi. Da ottant’anni accanto agli uomini del nostro tempo, per alleviare pene e fatiche. E per esaltare vittorie e conquiste. Con un occhio di riguardo agli “ultimi”. Quelli più indifesi, ai margini. Voce critica e “profetica”, nella società e nella Chiesa. Sempre a servizio dei lettori e della verità. Anche quando costa. O dispiace ai potenti. Non di parte, ma schierata per la famiglia. Sempre. In controtendenza a una “società liquida”, che ha smarrito valori e domande ultime della vita. E che affoga nel profondo mare di “relativismo morale”. Da ottant’anni a parlare di tutto cristianamente. Con umiltà e senza falsi pudori. E senza mai sfuggire alle domande della gente. Anticipando, anzi, nella Chiesa e nella società, il dibattito su temi “scottanti”. Se i lettori ci interpellano, nessun argomento, per noi, è “tabù”. Da affrontare, però, con la competenza necessaria. E dal punto di vista cristiano. Il nostro. Quello che ci illumina e guida. E che, da sempre, seguiamo. Come stella polare. Da ottant’anni in dialogo con tutti. Senza arroccarci nel fortino. Non solo casa e chiesa, ma anche piazza. Là, dove ci si confronta con tutti. E, insieme, si costruisce la “città terrena”. Cioè, la “casa comune”. Con forte senso etico: è il nostro pungolo per i gestori della “cosa pubblica”. Senza distinzioni. Contro chi calpesta dignità e diritti umani. Ignorando che ogni uomo è immagine di Dio.
Da ottant’anni, cari lettori, «vi vogliamo bene e vogliamo farvi del vero bene», come scriveva don Alberione. Con una sola intenzione: «che le famiglie siano le sane cellule della società e della Chiesa. E che sempre si elevi il tenore di vita civile e cristiana». Da ottant’anni, siamo qui a ringraziarvi, della fiducia accordataci. E che, sempre più numerosi, vorrete ancora rinnovarci. «La nostra storia è la storia di Famiglia», confessa Lidia Caroli in Gauci, abbonata fin dal primo numero. Una fedelissima, come milioni di lettori. Ci aspetta un nuovo cammino, per crescere ancora insieme. Nel ricordo di tutti coloro che hanno reso grande questa rivista. Ultimo in ordine di tempo, don Leonardo Zega, mitico direttore, a un anno dalla sua scomparsa. Buon Natale, cari lettori.»