Nel verde smagliante dei vigneti del Monferrato, cominciano a prendere colore gli acini di una vendemmia che s’annuncia lenta ma di qualità. Ad Asti, città di torri medievali e di nobili palazzi, d’arte e di musica, si prepara la grande festa del vino italiano. Dal 6 al 15 settembre, ogni sera, migliaia di calici danzano con l’orchestra della Douja d’Or, in scena da 41 anni. Quest’anno a comporre la melodia sono 509 vini Doc e Docg diplomati al concorso nazionale ideato dalla Camera di Commercio. Selezione rigida per tutti i campioni, severissima per i 43 vini che a giudizio degli esperti Onav hanno meritato l’Oscar. Rossi, bianchi o rosati, giovani, maturi o passiti, fermi o vivaci, con bollicine dolci o secche, non manca nessuno all’appello. Tutte le regioni italiane sono rappresentate ed il Piemonte svetta per numeri e varietà.
La particolarità è che i vini degustati si possono anche acquistare, a prezzi competitivi, nella cantina self service. E poi ci sono gli spazi dedicati alle “perle” del territorio: le bollicine dolci e aromatiche dell’Asti che miscelate alla frutta si trasformano in deliziosi aperitivi. La rossa Barbera proposta in 137 varianti, dalle cantine blasonate ai giovani emergenti. E ancora l’Alta Langa, lo spumante brut Metodo Classico, produzione di nicchia del Sud Piemonte.
L’offerta gastronomica s’adegua a cotanta libagione. Ogni sera uno chef stellato ed un maestro pasticcere propongono un piatto e un dolce d’autore, a metà strada tra tradizione e innovazione; si cena al tavolo con 16 euro, compresi vini e show cooking di sfiziosità golose (prenotazioni www.astiturismo.it). Tra un calice e l’altro, degustazioni guidate, assaggi di prodotti tipici e cibo per la mente. Teatro, parole e musica con Paolo Jannacci, Niccolò Fabi, Paola Turci e Alberto Fortis; letteratura e ricette con lo scrittore Andrea Vitali. Un viaggio di sorprendente fascino nell’Italia del Dopoguerra con la mostra “La Rinascita. Storie dell’Italia che ce l’ha fatta” (tre sedi espositive).
Da segnalare venerdì 13 settembre il convegno “Architettura & Vino, potenzialità di un territorio”, con le testimonianze di Marchesi dè Frescobaldi, Duca di Salaparuta, Studio Archos, esperti di marketing, turismo e design (Palazzo Borello, ore 10). L’ingresso alla Douja d’Or è libero, gli spettacoli sono gratuiti. Tutto su www.doujador.it
L’Oscar a forma di brocca
Dal 1973 la Camera di Commercio di Asti promuove ogni anno il concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or” riservato ai vini Doc e Docg di tutta Italia. L’evento è organizzato dall’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Asti, con la supervisione del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e con la collaborazione tecnica dell’ ONAV, Organizzazione nazionale assaggiatori vino. Gli assaggiatori convocati da ogni parte d’Italia in varie seduti esaminano i campioni, precedentemente resi anonimi. L’esame organolettico consiste in una rigorosa valutazione visiva, olfattiva e gustativa. I vini che raggiungono almeno 85 punti su 100 ottengono la medaglia, quelli che superano i 90/100 ottengono l’Oscar della Douja d’Or. La “statuetta” dei vini assume le sembianze della brocca (denominata dùia) che nelle campagne veniva utilizzata per travasare, conservare e servire il vino.
Festival delle Sagre Astigiane
Domenica 8 settembre la sfilata storica e il villaggio gastronomico. Un gigantesco museo vivente della civiltà contadina con il più grande ristorante all’aperto d’Italia. Sono centinaia di migliaia le persone che ogni anno, attratte da una manifestazione unica nel suo genere, accorrono ad Asti per respirare le atmosfere di un mondo antico. E’ il mondo contadino tra Otto e Novecento raccontato dal Festival delle Sagre Astigiane, che domenica 8 settembre festeggia la sua quarantesima edizione. S’inizia di prima mattina con la sfilata storica nelle vie cittadine animata da 3000 figuranti in costumi d’epoca, a piedi, sui carri trainati dai buoi piuttosto che dai roboanti trattori “a testa calda”.
Ogni paese, con la sua pro loco, mette in scena il lavoro nei campi, i mestieri, le feste contadine e i riti religiosi, dalla vendemmia al battesimo, dalla battitura del grano alla festa di leva. L’edizione 2013 si arricchisce di temi inediti. Tra questi: la Resistenza al femminile, con le staffette partigiane protagoniste di episodi eroici, la prima corsa automobilistica italiana, da Asti a Torino e ritorno; la nascita dell’industria tessile, la storia del “peperone quadrato”, e molto altro ancora. La sfilata termina in piazza Campo del Palio, dove decine di casette, una per ciascuna pro loco, disegnano i confini del villaggio che arriva ad ospitare fino a 300.000 buongustai, provenienti dall’Italia e dall’estero. Qui, un piccolo esercito di cuochi prepara e serve al pubblico, pazientemente in fila, il menu più ricco e variegato di ogni tempo.
I piatti della quarantesima edizione sono 86, divisi tra antipasti, primi, secondi e dolci. Solo ed esclusivamente ricette tradizionali, tramandate di generazione in generazione e cucinate con materia prima di territorio. Agnolotti, risotti, tagliatelle e polente negli abbinamenti più vari. I grandi secondi della tradizioni monferrina: bolliti, fritto misto, bagna cauda e tanti piatti ormai scomparsi dal menu dei ristoranti: come la “puccia” (soffice polenta sciolta nel minestrone di fagioli e condita con burro e formaggio) o il “baciuà”, lo zampino di maiale lessato, aromatizzato nell’aceto e fritto. Le proposte dolci sono più di trenta: dalle creme ai biscotti, dal bunet alle torte “alla moda di un tempo”.
A tutto questo si aggiungono le specialità di due proloco “fuori porta” che quest’anno la polenta concia con la toma delle Valli di Lanzo (Mezzenile, Torino) e le penne all’amatriciana (Valmontone, Roma). Prezzi alla portata di tutte le tasce, da 1,50 a 7 euro. Area attrezzata per i disabili. www.festivaldellesagre.it