Asti, candidata a Capitale della Cultura 2025

Asti, candidata a Capitale della Cultura 2025, si contenderà il riconoscimento con altre nove città italiane in lizza. Asti è infatti entrata a far parte della rosa delle dieci finaliste scelte dalla commissione, grazie all’alta qualità del progetto presentato.

“Un risultato, frutto dell’ottimo lavoro di squadra, che riempie di orgoglio gli astigiani e tutti coloro impegnati a vario titolo nel sistema culturale cittadino” – dichiara il sindaco Maurizio Rasero; “per le fasi successive della candidatura chiediamo la collaborazione dei cittadini nella campagna social appena lanciata; se Asti vincesse sarebbe un risultato per tutta la città”.

Per aderire al progetto lanciato sui principali social media dall’assessorato alla Cultura del Comune occorre diffondere i claim #asticapitalecultura e #contiviamoinsiemelacultura.

“La Fondazione Asti Musei, con la propria rete museale e le grandi mostre allestite in questi anni a Palazzo Mazzetti – sottolinea il presidente, Mario Sacco – aderisce con convinzione nel sostenere la candidatura e si sente parte attiva nella crescita del sistema culturale locale”.

“La mostra sul maestro Giovanni Boldini – prosegue – allestita fino al 10 aprile, ha riscosso i favori sia dei visitatori, sia dell’informazione nazionale: il bilancio di chi ha già visitato l’esposizione è positivo, ai numeri fanno eco i servizi giornalistici trasmessi nei tg dalle reti RAI, oltre che sulla stampa cartacea”.

La convinzione a proseguire il cammino degli ultimi anni è forte; la cultura com’è pensata nel dossier rappresenta il motore principale della crescita sociale, civile ed economica della comunità”.

Il sistema culturale della Fondazione Asti Musei non è soltanto Boldini, è molto di più. Gli otto musei inseriti nel circuito unico di visita, costituiscono un percorso virtuoso di valorizzazione e
promozione dei tesori custoditi in questi siti, insieme a quelli disseminati sul territorio.

Il network Musei di Asti, nato dalla volontà della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e del Comune, ha consentito di dare un nuovo volto ed una sostanza alla rete museale astigiana che oggi è costituita da palazzo Mazzetti, palazzo Alfieri, dalla Domus Romana, dalla torre Troyana, dal complesso di San Pietro, dalla cripta di Sant’Anastasio, dal museo Guglielminetti e dal Paleontologico.

Quale obiettivo vi ponete? “Riunire i musei non è un vezzo per semplificare la fruizione delle visite e la gestione complessiva degli immobili – continua il presidente Sacco – ma lo scopo finale è quello di valorizzare ognuno di questi siti per guidare i visitatori alla loro scoperta, puntando su una comunicazione integrata e di qualità: dalle brochure alla cartellonistica, dalla pubblicità ai social media. “Il patrimonio che dispone la città e la provincia è inestimabile, questo amore per le risorse culturali del territorio, che è di tanti astigiani ma anche mio, ci ha spinti ad intraprendere
il progetto museale. A distanza di anni ha dato i suoi frutti e, pertanto, continueremo a sostenerlo in maniera strategica e con logica imprenditoriale”.

Nella sua analisi aggiunge che il sistema culturale astigiano è anche cultura universitaria, formazione professionale, cultura d’impresa. Il consorzio Asti Studi Superiori sostiene i corsi e la gestione organizzativa del polo universitario “Rita Levi Montalcini”.

Costituita nel 1995 l’università è oggi un importante fulcro di formazione nel settore socio sanitario, del benessere sportivo e della salute, nella filiera agro alimentare e del vino con le lauree in Infermieristica, Scienze Motorie, Agraria. Inoltre è centro di formazione con i corsi accreditati dalla Regione e attraverso le collaborazioni con gli ordini professionali, gli enti ed associazioni che si occupano a vario titolo della crescita culturale e professionale di studenti, dipendenti e liberi professionisti.

“L’università rientra quindi a pieno titolo – conclude il presidente Sacco – nel sistema virtuoso a sostegno di #asticapitalecultura”.
“Il lancio della candidatura non lo vedo come un punto di arrivo, ma di partenza, – sottolinea l’assessore Paride Candelaresi – pertanto attendiamo l’adesione di altre importanti realtà culturali che in vari modi possono collaborare alla costruzione del dossier».

«Sono consapevole che la messa in moto della macchina organizzativa con la scelta di candidare Asti, sia già qualcosa di straordinario”.
“E’ la chiara dimostrazione di quanto sia fondamentale lavorare in sinergia”, conclude il sindaco di Asti, aggiungo che si tratta di una candidatura nata dal basso con l’impegno convinto di coloro che hanno già contribuito ad arricchire la pratica  della amministrazione comunale. Crediamo che il nostro sia un progetto vincente anche per il sostegno del Piemonte; occorre però che ci credano principalmente i cittadini, i quali attraverso i social possono far vedere l’orgoglio e la creatività che li contraddistingue”.

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