Obiettivi della Cia: meno burocrazia, difesa del suolo, reddito aziendale, sostegno all’agricoltura

I nuovi vertici della Confederazione italiana agricoltori di Asti hanno incontrato la stampa astigiana per la prima volta, dopo il passaggio di consegne tra Secondo Scanavino – diventato nel frattempo, primo astigiano nella storia, presidente nazionale della Confederazione – e Alessandro Durando. INCISA GiuntaIl neo presidente, affiancato dalla vice, Barbara Pastorino, dai componenti la Giunta provinciale (Ivano Andreos, Domenico Poggio e Angelo Cortese) e del confermato direttore provinciale, Mario Porta, ha brevemente illustrato, all’agriturismo Bigatti di Incisa Scapaccino, quali saranno i temi principali su cui si svilupperà l’azione della Cia di Asti nei prossimi mesi.

Gli obiettivi primari – ha affermato Durando – riguardano l’ormai inevitabile e improcrastinabile azione di sburocratizzazione dell’attività agricola, la difesa del suolo e quindi la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, l’azione volta a far crescere il reddito aziendale puntando molto, anche se non solo, sullo sviluppo del concetto di “filiera corta” che tende a ridurre drasticamente gli anelli della catena commerciale che oggi “strangolano” sovente i produttori e fanno pagare prezzi più alti del giusto ai consumatori.

I temi su cui la Cia sarà impegnata nei prossimi anni, oltre a quelli squisitamente sindacali e di servizio ai cittadini, non si limitano però a questi. Molti sono infatti i problemi da affrontare, a cominciare, per un territorio ad alta vocazione vinicola come l’Astigiano, dalla lotta alla Flavescenza dorata (“se la ricerca non riesce a trovare adeguati e ormai urgenti rimedi, bisognerà pensare a qualche misura più drastica e sicura”), per continuare con l’opera di vigilanza e pressione perché la nuova PAC (Politica Agricola Comune) ed il conseguente PSR (Programma di sviluppo rurale) destinino le ingenti risorse economiche di cui sono dotati al sostegno dell’agricoltura professionale e non alla “similagricoltura” come è accaduto negli anni scorsi. E ancora, lo sforzo dell’intera organizzazione sarà anche rivolto a fare in modo che sulla terra possa insediarsi senza eccessive difficoltà burocratiche e di credito (quest’ultimo altro argomento spinoso ed oggi particolarmente importante per lo sviluppo del comparto) una nuova generazione di imprenditori agricoli.

E’ stato ribadito come la Cia sia nettamente contraria alla realizzazione dell’Agrivillage alla periferia di Asti (“l’Agrivillage c’è già, è la rete delle nostre aziende, gran parte delle quali a conduzione famigliare di cui nel 2014 si celebra l’anno mondiale”) e non pregiudizialmente contraria a che il Comune di Asti entri a far parte della zona di produzione di Asti e Moscato d’Asti docg (“bisogna però che si seguano le corrette procedure normative per ottenere l’allargamento della zona”).

Infine – ne ha parlato diffusamente Barbara Pastorino, affrontando lo specifico tema della produzione di uva moscato – l’esigenza di una maggior compattezza del comparto che la Cia ha tradotto in fatti concreti dando vita, lo scorso anno, insieme a Confagricoltura ed Alleanza Cooperative, ad Agrinsieme, un coordinamento (nel sud Piemonte ha dato origine anche all’associazione produttori Agrinsieme Moscato) che tende a semplificare la rappresentanza agricola su temi condivisi e comuni a tutto il settore e che permette – come è stato per la travagliata questione della Cosap agricola – di presentare con maggior forza e robustezza le legittime richieste del mondo agricolo a chi governa ed a chi amministra.

E’ stata anche annunciata, da parte di Domenico Poggio, la stipula di un interessante accordo di filiera per il mais (che potrebbe estendersi nel giro di poco tempo al frumento), per il ritiro (e pagamento) garantito delle produzioni da parte di un’importante azienda trasformatrice della provincia di Alessandria. (Paolo Monticone)