La Cantina di Vinchio e Vaglio Serra si prepara alle sfide di Expo 2015 e al riconoscimento Unesco

Vinchio casottoEsaurite già ai primi del 2014 (due restanti lotti saranno posti in commercio alla fine dell’anno e nei primi mesi del 2015) le scorte della prima sboccatura del “metodo classico” da Barbera “Tre vescovi rosè”, la Viticoltori Associati di Vinchio e Vaglio Serra, non avendo particolari novità enologiche da proporre al mercato, ha deciso di proseguire il percorso orientato alla qualità ed alla conferma dell’identità territoriale – intrapreso ormai da un quarto di secolo – con iniziative che da una parte vogliono adeguare la propria immagine

al mutare dei tempi pur garantendo la tradizione produttiva dell’enopolio e, dall’altra, proporsi come punto di riferimento di un intero territorio per le imminenti sfide di Expo 2015, del Bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco e dell’ormai imminente riconoscimento del paesaggio viticolo del sud Piemonte come Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Iniziative, piccole e grandi novità ed una sperimentale produzione di Cortese sennza solfiti sono state illustrate, alla vigilia della Festa del Vino e di “Cantine Aperte” in programma dal 23 al 25 maggio, in un incontro con la stampa che i vertici della Cantina hanno tenuto nell’insolita ma affascinante sede del cosiddetto “Casotto” del Presidente, tra vigneti, mandorli, roveri, e grandi cespi di rosmarino, al limitare della Riserva Naturale della Val Sarmassa.

A dialogare con i numerosi giornalisti intervenuti alla conferenza stampa, il presidente della Cantina, Lorenzo Giordano, il direttore Ernestino Laiolo e l’enologo Guliano Noè.
Al debutto del fine settimana di “Cantine aperte” che storicamente si collega con lo svolgimento dell’Itinerario letterario Davide Lajolo – Ulisse sulle Colline, è la nuova linea grafica della maggior parte delle etichette della Cantina.

Mantenendo inalterate quelle di alcuni dei suoi “top wine”, come la Barbera d’Asti docg superiore “Tre vescovi”, la selezione, sempre di Barbera d’Asti superiore docg, “Vigne vecchie” o lo spumante metodo Martinotti “Castel del Mago”, la cui veste è ormai un’indiscussa forma di identificazione del prodotto, sono cambiate quella della storica Barbera del Monferrato doc “Riverosse”, dell’altrettanto storica Barbera d’Asti docg “Sorì dei Mori”, della fresca e giovane Barbera del Piemonte doc “Arengo”, dell’Asti docg “Valamasca”, del Piemonte Doc Chardonnay “Le Masche”, della “Rosa di Rovo” e del Cortese Alto Monferrato Doc “Verde Mare”.

“Una rivisitazione – ha affermato il presidente Giordano – necessaria per la realizzazione di un progetto che prevede da una parte l’allargamento dell’orizzonte commerciale della Cantina a regioni italiane finora poco esplorate e dall’altra ad essere pronti ed attrezzati per l’imminente evento di Expo 2015 che contiamo di utilizzare per portare buoni flussi di visitatori sulle nostre colline ma soprattutto per l’auspicabile riconoscimento di patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco al paesaggio viticolo del sud Piemonte di cui riteniamo orgogliosamente di far parte a pieno diritto”.

Proprio nell’imminenza di questi eventi, la Cantina ha in programma, a partire dal mese di settembre, di allargare il punto vendita anche ad altri prodotti tipici e “garantiti” del territorio e soprattutto di aprirlo nei giorni di domenica e negli altri festivi per diventare, oltre ad un deputato luogo di degustazione di vini di qualità, anche un importante punto di riferimento per la conoscenza – organizzando itinerari tra i “crus” più noti della zona e visite alla riserva della Val Sarmassa – del territorio tra Val Tiglione e Valle Belbo.

Della favorevole situazione commerciale della Cantina ha parlato il direttore Lajolo sottolineando come a lievi e comunque positivi aumenti di vendite (un milione e 700mila bottiglie e 340mila bag-in-box) sul mercato italiano corrisponda una forte crescita commerciale all’estero con un + 43% rispetto agli stessi mesi del 2013. Un andamento che consentirà di superare in modo significativo il muro dei 9 milioni di fatturato complessivo al termine dell’anno contabile che per le cantine sociali si chiude sempre alla fine del mese di luglio.

Infine il nuovissimo quanto sperimentale Cortese dell’Alto Monferrato senza solfiti aggiunti che non andrà in commercio fino a conclusione di un significativo “periodo di prova”. “Un tentativo serio, ma sempre tentativo – ha affermato l’enologo Noè – che dovrà farci capire se dobbiamo continuare su questa strada, che oggi gode di un certo favore da parte di consistenti fasce di consumatori, anche sui vini rossi. Al momento, utilizzando la più avanzata delle tecniche di vinificazione che si basa sulla sottrazione dal mosto degli elementi che richiedono l’uso della “solforosa”, il risultato è sicuramente interessante. Dovremo verificare fino a quando si conserveranno le notevoli caratteristiche organolettiche evidenziate ad un mese dall’imbottigliamento”.

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