CIA, danni all’agricoltura astigiana dalla fauna selvatica

Secondo gli esperti della Confederazione italiana agricoltori nei primi 5 mesi dell’anno in corso i danni all’agricoltura causati dalla fauna selvatica sono cresciuti del 50% rispetto al precedente. Considerazioni su questa grave situazione generalizzata in tutto l’Astigiano sono state espresse dal direttore Mario Pippione a fonte di numerose segnalazioni di danneggiamenti di vigne attribuibili ai caprioli e campi di mais conseguenza delle scorrerie di cinghiali. Il loro numero, aumentando incontrollato, pone seri problemi che richiedono una rapida ed efficace risoluzione come dimostra anche il controllo incrociato con i dati forniti dall’Ambito territoriale della caccia della provincia di Asti che, per conto della Regione gestisce la fauna selvatica con prelievi e immissioni e risarcisce i danni provocati dalla stessa agli agricoltori.

I numeri non danno adito a dubbi. Nel 2019 sono stati riconosciuti indennizzi per circa 219 mila euro, di cui 121 mila per danni procurati dai cinghiali e 55 mila per danni dai caprioli; “Sono queste cifre poco più che simboliche – commenta Pippione – in quanto ripagano solo in minima le ore effettive di lavoro impiegate per la coltivazione ed il costi di reimpianto delle aree danneggiate”.

La ricerca ha dimostrato che i danni contenuti nei primi mesi dell’anno subiscono un notevole incremento con l’avanzare dell’annata; le zone più interessate dal fenomeno sono quelle del nord dell’Astigiano dove proliferano i cinghiali come confermano i dati dell’ultima stagione venatoria durante la quale sono stati effettuati ben 1.689 abbattimenti di cui 1.111 a nord del capoluogo (il doppio dello scorso anno) e 578 a sud. Negli ultimi due mesi, puntualizzano gli esperti, con il blocco degli spostamenti e delle attività non strettamente necessarie tra cui la caccia di selezione, il problema è cresciuto in modo esponenziale.

Al contrario nel Sud Astigiano è più evidente il problema causato dai caprioli dove gli ungulati, durante la riduzione delle attività conseguenti all’epidemia, hanno sensibilmente danneggiato le vigne facendo scorpacciate di germogli di vite.

“Durante l’emergenza sanitaria ancora in corso, – ha chiosato Alessandro Durando, vice presidente di Cia Piemonte – anche la fauna selvatica ha perso il suo equilibrio naturale; sarà pertanto necessario intervenire per ripristinarlo; per questo motivo abbiamo ufficialmente chiesto alla Regione di potenziare controlli e abbattimenti, semplificando il più possibile gli adempimenti burocratici che limitano la caccia di selezione limitando conseguentemente i costi a carico degli Atc provinciali”. (Domenico Bussi)