(A cura di Paolo Monticone)
La nuova legge sui limiti per chi si mette al volante costituisce un freno sicuro al consumo. E’ in questa legge, così come in altri innumerevoli cause, che gli organizzatori della manifestazione di giovedì mattina 2 settembre, ad Asti, individuano i motivi della crisi della Barbera e del Dolcetto (ma più in generale di quasi tutti i rossi piemontesi) che hanno condotto la Vignaioli Piemontesi ed i Consorzi di tutela dei vini d’Asti, dei Colli tortonesi e del Brachetto a chiedere in piazza un intervento concreto del Governo per sbrogliare la pesantissima questione delle giacenze che assommano ormai ad oltre 200mila ettolitri.
“E’ tutto vino buono e non feccia – hanno sottolineato gli oratori che si sono alternati al microfono in piazza Alfieri – ma il mercato non riesce ad assorbirlo ed i prezzi hanno ormai raggiunto livelli insostenibili”.
Poco meno di mille produttori delle province di Asti e Alessandria, tra cui anche una quarantina di sindaci con fascia tricolore (illustri assenti i primi cittadini di Nizza Monferrato e Canelli), si sono radunati ad Asti per sollecitare un intervento urgente (la cosiddetta distillazione di crisi) che, in via del tutto eccezionale, svuoti le cantine dai prodotti invenduti di quattro vendemmie (per la Barbera d’Asti si tratta di vini a Doc ormai superati dalla Docg), dia ai produttori un minimo reddito in grado di far loro tirare il fiato e soprattutto prepari il terreno per un futuro meglio gestito e privo degli elementi che hanno condotto all’attuale stato di gravissima crisi del settore.
Con questo principio base la Confederazione italiana agricoltori ha aderito alla manifestazione mentre su posizioni critiche o di attesa si sono attestate Coldiretti e Confagricoltura. Come se la crisi non fosse già di per sé drammatica, si è infatti sviluppata nei giorni scorsi, una vivace polemica che vede protagonista la cooperazione accusata da più parti di aver assorbito negli ultimi anni consistenti risorse pubbliche e di aver al contempo creato le giacenze.
Un’accusa che gli organizzatori della manifestazione hanno rimandato al mittente sottolineando che anche moltissimi piccoli produttori e non solo le cantine sociali hanno giacenze consistenti di prodotto e che di certo le aziende private non si sono tirate indietro quando si è trattato di utilizzare fondi pubblici. “Le ragioni della crisi devono essere ricercate in ben altre direzioni – ha sostenuto il presidente della Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio – auspicando che il settore sia capace di fare fronte comune per affrontare questo momento di crisi e riprendere subito dopo lo slancio necessario per riportare il vino piemontese ai livelli di consumo e di quotazione che si merita”.
Più o meno sullo stesso piano si sono espressi i presidenti del Consorzio Vini d’Asti e Monferrato, Enzo Gerbi, dei Colli Tortonesi, Mauro Colombo e del Brachetto, Paolo Ricagno che ha richiesto non solo la distillazione ma anche una contemporanea integrazione al reddito dei viticoltori.
La scarsa presenza degli esponenti politici e la quasi totale assenza di quelli della maggioranza di governo (presenti solo la senatrice Rossana Boldi ed il vicepresidente del consiglio regionale Riccardo Molinari della Lega Nord) hanno provocato malumore tra i manifestanti mentre l’on. Armosino, presidente della Provincia, ha preferito ricevere i viticoltori nel salone consiliare piuttosto che scendere in piazza.
Sono diventati così centrali gli interventi dell’on. Massimo Fiorio del Partito Democratico che, dopo aver stigmatizzato la strana assenza del Governo sulla questione (che ha invece dato sostegno ad altri settori come quello del latte o ad altre regioni come il Veneto) ha lanciato la proposta che sul vino si elabori un Piano nazionale capace di valutare le produzioni delle varie regioni intervenendo di volta in volta là dove sia necessario raddrizzare situazioni di difficoltà.
Una proposta per modificare radicalmente la legge sul tasso alcolometrico è venuta dal consigliere regionale del Pd, Angela Motta che si è impegnata a far procedere in Regione le ragioni dei viticoltori, espressi in documento elaborato da cinque diverse Unioni collinari del territorio.
La manifestazione, svoltasi con la solidarietà dei lavoratori della Way Assauto che da mesi manifestano sulla stessa piazza per il mantenimento del posto di lavoro, ha avuto un fortunato momento di consumo dovuto alla distribuzione gratuita ai cittadini di Barbera, Dolcetto e Brachetto a cura delle Cantine sociali di Mombercelli, Nizza Monferrato, Rocchetta Tanaro, Ricaldone-Mombaruzzo e Alice Bel Colle.
Una delegazione di esponenti della produzione vinicola è stata anche ricevuta dal Prefetto Paola Picciafuochi a cui è stata illustrata la drammatica situazione in cui si trovano circa 12 mila famiglie impegnate in agricoltura nelle province di Asti e Alessandria.