Alla una e 45 della notte tra mercoledì 4 e giovedì 5 settembre è stato siglato l’accordo per la vendemmia 2013 del Moscato.
Rese – I contenuti principali dell’accordo sono: resa di 95 quintali ad ettaro a cui bisogna aggiungerne 5 di blocage/déblocage per un totale di 100 quintali per ettaro, con impegno dell’industria, in particolare della Martini&Rossi, di chiedere lo sblocco dei 5 quintali il più presto possibile in base all’andamento delle scorte, dell’imbottigliato, delle vendite e del fabbisogno della parte industriale.
Prezzo – Il prezzo viene confermato in 10,65 euro al miriagrammo, al lordo delle trattenute e pari al prezzo della vendemmia 2012.
Trattenute – Sono previsti 10 centesimi di trattenuta a favore del Consorzio di Tutela per il ricompattamento e la copertura delle passività che dovrebbe favorire il rientro della Martini&Rossi nel Consorzio stesso. Ulteriori 3 centesimi di trattenuta sono destinati a integrare il reddito dei “surì”. Infine, l’ultima trattenuta di 7 centesimi a favore delle associazioni firmatarie dell’accordo.
Quanto entra nelle tasche dei viticoltori – Pertanto, al netto di tutte le trattenute sopra riportate, il prezzo definitivo che entrerà nelle tasche dei produttori agricoli sarà, al quintale, di 10 centesimi inferiore a quello del 2012, attestandosi in 10,45 euro al miriagrammo.
I pagamenti – Nell’accordo inoltre sono state previste le solite modalità di pagamento come negli anni precedenti subordinate, però, alle vigenti leggi in particolare relative al “famoso” art. 62.
I commenti – Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti che ha partecipato alla riunione nell’ambito di Agrinsieme, nuovo soggetto di rappresentanza degli agricoltori, è fortemente critico su un accordo siglato esclusivamente per rispetto ad una parte di viticoltori che ha diritto di essere rappresentata. «Siamo andati indietro. Il reddito agricolo risulta depauperato pesantemente, quando noi di Agrinsieme ci stavamo battendo per alzarlo o, quanto meno, per confermare quello del 2012. Devo dirlo: tutti i proclami di lotta a garanzia del reddito dei viticoltori si sono sciolti come neve al sole quando è apparso chiaro che sarebbero stati inseriti nell’accordo quegli elementi accessori che garantivano risorse a favore di Consorzio, progetto “suri” e associazioni. L’unico motivo per cui Confagricoltura ha firmato l’accordo interprofessionale è la garanzia del ritiro delle uve».
Critica anche la posizione di Pietro Cirio, vicepresidente di Confagrimoscato, l’associazione di produttori che fa capo a Confagricoltura: «Avevamo proposto il blocage/déblocage da subito e di recuperare i fondi per la promozione gravando le trattenute solo sui superi. Invece con questo accordo gravano su tutti, anche su chi produce meno moscato. Chi suonava le trombe ha preferito la ritirata e ora addosserà le colpe su altri, come sempre. Il risultato è un reddito inferiore per i viticoltori in un’annata che avrebbe garantito più reddito agricolo nel quadro di una ripresa di vendite dell’Asti e del Moscato docg.»
La posizione di Agrinsieme, nuovo soggetto di rappresentanza agricola di cui fa parte anche Confagricoltura: «L’intesa tra case spumantiere e vignaioli dà stabilità al comparto. L’accordo interprofessionale garantisce a tutti gli attori della filiera quella sicurezza economica e finanziaria che è tra i presupposti indispensabili per qualsiasi progetto di sviluppo. Soltanto se la filiera è unita è possibile cogliere le opportunità che il mercato internazionale, nonostante la crisi, sembra poter offrire sia all’Asti Docg, sia al Moscato d’Asti Docg», sono le dichiarazioni di Carlo Ricagni, vicepresidente regionale della Cia del Piemonte che ha partecipato, anche per conto di Agrinsieme i nuovo soggetto di rappresentanza degli agricoltori, alla riunione della commissione paritetica che ha determinato rese e prezzi per ettaro delle uve moscato la cui vendemmia è al via.
La resa delle uve per Asti e Moscato d’Asti docg è stata fissata in 95 quintali per ettaro, con la ossibilità di applicare del meccanismo blocage-déblocage per ulteriori 5 quintali di uva.
Lo sbloccaggio potrà essere effettuato, per tutta o parte della quantità bloccata, sulla base di un’apposita richiesta da parte del Consorzio di Tutela corredata da dati oggettivi di imbottigliamento e vendita (e sentite le esigenze delle case spumantiere), previo parere favorevole e vincolante delle organizzazioni e associazioni professionali agricole nell’ambito della Commissione paritetica.
Per le uve è previsto un compenso di 106,5 euro al quintale, da cui saranno defalcati un contributo di 1 euro al quintale per il fondo di parte agricola costituito nel 2010 (di cui 0,70 euro indirizzati ai produttori per la gestione dell’accordo ed i restanti 0,30 euro al progetto “surì” che vuole valorizzare i vigneti epici, quelli cioè dove il moscato è presenza storica ed è coltivato su crinali con pendenza di oltre il 50 per cento. Un ulteriore contributo di 1 euro al quintale è destinato al Consorzio per le attività istituzionali di promozione e tutela.
Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa da Agrinsieme, i cui esponenti, tra cui anche Davide Viglino, di Fedagri Confcooperative – Unicaa, si sono spesi nella trattativa per trovare su tutti i punti in discussione una mediazione tra le parti che salvaguardasse gli interessi dei produttori.
Con il 2013 siamo al 35° anno di accordo per le uve Moscato: il più importante d’Italia nel settore perchè interessa 9 mila ettari di vigne e circa 4.500 aziende agricole, situate in 52 comuni delle province di Asti, Cuneo e Alessandria. La produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg è di oltre 100 milioni di bottiglie l’anno (per l’80 per cento esportate).