Covid, al via il bando da 10 milioni per i laboratori pubblici e progetti di ricerca

Obiettivo: sviluppare e sperimentare nuove soluzioni tecnologiche per contrastare la pandemia. Marnati: “Questi fondi serviranno per strutturare la rete di ricerca piemontese ed avere un ritorno immediato nell’applicazione delle scoperte contro il Covid”

Dieci milioni di euro messi in campo dalla Regione per potenziare la ricerca nella lotta contro il Covid 19: il bando, articolato su due linee, una per potenziare i laboratori pubblici, l’altra per sviluppare progetti di ricerca, aprirà il 9 marzo e si chiuderà il 15 giugno.

Gli obiettivi della misura sono quelli di sostenere il sistema della ricerca pubblica e la rete dei laboratori e delle strutture di ricerca già esistenti, per il sostegno agli investimenti in attrezzature, impianti o tecnologie connessi al Covid 19 e, quella per progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, in collaborazione con enti che abbiano un ruolo riconosciuto nell’ambito del sistema sanitario regionale, e con imprese

Beneficiari gli organismi di ricerca pubblici, anche in collaborazione tra loro, e anche in collaborazione con Asl, aziende ospedaliere, enti pubblici o privati, comprese le strutture sanitarie private accreditate, e imprese.

“Il mondo occidentale non si è trovato pronto ad affrontare una pandemia di questa portata – commenta l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – Investire sulla ricerca è l’unica soluzione per poter sconfiggere il virus ed affrontare l’emergenza. Questi fondi serviranno per strutturare la rete di ricerca piemontese ed avere un ritorno immediato nell’applicazione delle scoperte contro il Covid”.

Potranno essere ammessi al bando, per entrambe le linee, progetti che prevedano una rapida realizzazione, visto il carattere emergenziale della misura, e investimenti compresi tra 300mila euro e un milione di euro, per i quali sono previsti contributi, a fondo perduto, fino al 75% delle spese ammissibili, per il potenziamento dei laboratori pubblici, e fino all’80% per la ricerca.

Il bando è a sportello e le domande verranno valutate in base all’ordine cronologico di presentazione.

I progetti potrebbero spaziare, ad esempio, dallo sviluppo di dispositivi e protocolli per prevenire focolai epidemici tra pazienti e tra operatori sanitari, o per mettere a punto kit diagnostici da sottoporre a validazione, o ancora farmaci e terapie innovative fino alla realizzazione di sistemi informatici e tecnologie per la gestione, la cura e il monitoraggio delle persone in ospedale, a casa, sul luogo di lavoro, a scuola ma anche in quegli ambienti dove si creano le condizioni per la socializzazione.

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