Debutta su web il film “VITE!”, storia dei paesaggi vitivinicoli

Quello enologico è un mondo complesso dove si incontrano antichi mestieri, o più correttamente arti e competenze, frutto di millenaria esperienza, che fino a qualche decennio fa era tramandata oralmente di generazione in generazione fintanto che necessità di mercato non costrinsero le piccole aziende a consociarsi demandando ad un ristretto gruppo di esperti l’incombenza di visionare e coordinare il processo produttivo. Evidente quindi il rischio che usi particolari e tradizioni caratteristiche rischino l’oblio con il venir meno dei testimoni diretti essendo molto spesso gli stessi estimatori del vino inconsapevoli delle loro esistenza.

Forse queste le considerazioni che hanno mosso i maggiorenti dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato ad affidare al regista Tiziano Gaia l’incombenza di realizzare la pellicola documentario “Vite!”. In essa si svelano i segreti di vignaioli, potatori, cantinieri, bottai che raccontano le proprie storie scandite dal ritmo del mutar di stagione sul paesaggio sul sud piemontese raccolte ed integrate dall’antropologo Piercarlo Grimaldi già rettore dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo.

L’opera, 65 minuti in alta definizione e sottotitolata in inglese, è già fruibile sul canale Youtube dell’Associazione, in attesa che tempi migliori ne rendano possibile la presentazione in cinema e teatri.

Per l’occasione, ha affermato Gianfranco Comaschi presidente dell’Associazione: “… abbiamo voluto mettere in evidenza quella dimensione “epica” (per altro già cantata da Vincenzo Buronzo ne “La vigna di Eliar) delle colline del basso Piemonte a cui è stato riconosciuto il loro eccezionale valore universale sancito dall’Unesco per la caratteristica di essere un paesaggio mentale oltre che fisico; ciò è enfatizzato dai gesti, le parole ed i saperi ancestrali del popolo delle colline le cui altissime competenze fanno della regione allobroga l’emblema dei paesaggi vitivinicoli in Europa”.

Molto spazio è stato riservato al materiale d’archivio rappresentato soprattutto dalle splendide fotografie in bianco e nero di Lorenzo Foglio, indimenticabile postino di Barolo, che testimoniano: tradizioni, riti e feste popolari ormai desuete. Dice il regista: “Ho voluto trattare il sito come un immenso set a cielo aperto dove i vigneti, le architetture del vino e gli arnesi da lavoro son diventati tramite di accesso verso la sfera intima e intangibile della narrazione … in quel mare ancestrale, – chiosa Piercarlo Grimaldi – di cui le colline sono figlie e da cui il racconto si srotola capitolo dopo capitolo come il gomitolo di lana rossa lanciato tra i filari da una bimba, diventando simbolo di un passaggio di eredità senza interruzione di saperi nonostante la necessità sociale di evolvere la tradizione contadina in moderna imprenditoria”.

Il film – conclude Gianfranco Comaschi – è un altro tassello del progetto “Memoria e tradizioni delle vigne”, realizzato con i fondi del Mibact con il fine di offrire stimoli ed emozioni a chi vive, lavora, studia e ama questo territorio; esso si aggiunge all’archivio multimediale contenuto sulla piattaforma web dove sono raccolte centinaia di immagini, video e testimonianze della cultura del vino che e da alcune settimane è a disposizione degli interessati. Anche questo documento vuole essere un contributo alla “comunicazione di territorio” attraverso le voci rappresentative di coloro che quotidianamente sono in campo per custodire e tramandare la cultura dei paesaggi vitivinicoli, patrimonio immateriale dell’Umanità”.

In attesa del ritorno alla normalità si ricorda che la visione degli stupendi paesaggi è fruibile a 360 gradi grazie ad una visita virtuale realizzata in collaborazione con la piattaforma Coperniko accessibile dal sito “www.paesaggivitivinicoli.it“.  (Domencio Bussi)