La Guardia di Finanza di Asti indagando sui locali notturni ha individuato su 58 posizioni lavorative 41 lavoratori completamente “in nero” di cui 39 “figuranti di sala o ragazze immagine”, prevalentemente provenienti dai paesi dell’est Europa, e 2 “baristi”.
Le entraineuse avevano il compito di intrattenere i vari clienti inducendoli alla consumazione al bar di bevande costose, rispetto a quelle normalmente servite, per consentire loro di conversare per circa 20 minuti.
Al termine degli accertamenti, 24 lavoratrici extracomunitarie sono risultate prive del permesso di soggiorno valido a svolgere attività lavorativa e, conseguentemente, le Fiamme Gialle hanno segnalato all’Autorità Giudiziaria gli amministratori delle società che gestiscono i night club per l’ipotesi di reato di utilizzo di manodopera clandestina, di cui al Testo Unico sull’Immigrazione, sanzionato con la reclusione fino a tre anni oltre alla responsabilità amministrativa dell’ente. Ai datori di lavoro sono state irrogate sanzioni amministrative fino a 400 mila euro.
Lo sfruttamento dei lavoratori in nero, oltre a danneggiare coloro che vengono impiegati senza alcun diritto assistenziale e previdenziale, altera le regole del mercato, creando un illecito vantaggio competitivo per le aziende non in regola, a danno dei contribuenti onesti.