Almeno un centinaio, non solo di curiosi, ha preso parte, giovedì 15 novembre, al meeting provinciale di Italia Futura, all’Enoteca regionale di Canelli, per la costituzione della sezione di Canelli e Valle Belbo che sarà governata dall’ex sindaco Piergiuseppe Dus e dal sindaco di Moasca Maurizio Bologna.
Padrone di casa Dus che, dopo tre anni di pausa e riflessione, ha ripreso a pensare anche agli altri: “affinché non capiti che ad una piccola minoranza venga affidato il compito di governare l’Italia. Questa non è democrazia. Comunque, in attesa della convention romana di sabato 17 novembre, molte novità non verranno annunciate questa sera”.
In attesa delle novità, il responsabile di Italia Futura Piemonte Mariano Rabino presenta l’ “appassionato di Langhe”, il sen. Nicola Rossi, che, non si sbilancia. Premesso che da senatore aveva dato le dimissioni, mai accettate, s’è detto molto deluso della situazione nazionale, che la crisi non è per nulla superata, che Italia Futura nasce per cambiare “i luoghi comuni”, che la politica è fatta dalla massa e non da un leader, che è quanto abbiamo sopportato per 20 anni, che la politica non è un’esibizione muscolare e che non deve essere portata avanti da chi grida di più”.
Alla domanda “Che viene dopo?” risponde, convinto, che tutti i cinque concorrenti alla Primarie del Pd, come pure Alfano del Pdl, presentano “un profilo domestico” non in grado di porre e risolvere questioni a livello europeo.
La partita italiana si è giocata e si gioca a Bruxelles”. In sintesi: per ‘il dopo’ ci vuole una presenza a livello europeo ed internazionale, non si può uscire dall’euro, ci vuole un grande senso e dovere civico. Gli italiani si meritano un’altra dimensione, un’altra possibilità. Ovvero tutto fa pensare ad un forte proseguimento della linea Monti, se non addirittura di un Monti bis.