Come cambia la scuola: l’esempio dell’Artom di Canelli

ARTOM primo giorno di scuola 2012La scuola si sta rinnovando? La risposta è affermativa, se consideriamo anche la realtà locale. Infatti, all’interno di una fase di studio che ha coinvolto in particolare le ultime classi dell’Istituto “Artom” di Canelli, che da poco erano tornate da una visita d’istruzione in Austria ad una centrale nucleare a fissione ora in disuso (in seguito a referendum popolare anti-nuclearista, come è avvenuto anche in Italia), verso la fine di maggio si è svolto un incontro sul progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), guidato dall’ing. Paolo Barbero, Project Manager di SIMIC e da Roberto Francone, Technical Manager di SIMIC, che hanno presentato l’azienda con sede a Camerana (Cn) (e con altri stabilimenti e società a Marghera e Bologna e in Germania, Turchia, Messico e Brasile), riguardante la sperimentazione internazionale sulla fusione nucleare per un’energia pulita.

Coinvolgente per gli allievi la costruzione delle camere da vuoto dell’LHC (Large Hadron Collider), l’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra che ha permesso alla comunità scientifica di verificare la presenza del Bosone di Higgs. (Gli allievi infatti avevano già avuto modo di conoscere il CERN nel mese di marzo grazie all’intervento all’Artom di uno degli scienziati scopritori del Bosone di Higgs, il docente Dario Menasce dell’INFN di Milano) e anche la presentazione della costruzione del criostato per lo studio dei neutrini e della cosmologia del famoso laboratorio di fisica nucleare a 1400 m sotto il Gran Sasso.

Gli incidenti del 1986 a Chernobyl e quello del 2011 a Fukushima avevano già posto l’accento sui possibili problemi di un’energia prodotta con reazioni di fissione atomica. Come è risaputo le scorie radioattive delle centrali devono poi essere stoccate in sicurezza per migliaia di anni, lasciando ai posteri un’eredità difficile da sostenere.

Eppure il bisogno di energia aumenta: il petrolio, oltre ad inquinare, fra non molti decenni potrebbe essere esaurito e le ricerche sulle rinnovabili non sono sufficientemente incentivate. E allora? Molti Paesi hanno optato per il nucleare, ma il problema delle scorie è veramente troppo serio.

Ecco che stati di tutto il mondo (Europa, Giappone, USA, Russia, Cina, India, Corea del Sud), per produrre a fine lavori 500Mw di potenza di fusione, senza però i problemi di radioattività delle centrale a fissione. Il passo successivo, dopo il 2025, sarà trasformare il calore del plasma prodotto in energia elettrica per uso commerciale, si sono uniti nel progetto ITER investendo 15 miliardi di euro per realizzare a “Cadarache”, non distante da Marsiglia, il primo reattore a fusione nucleare su larga scala che mira a dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica dell’energia di fusione: 50Mw di potenza in ingresso.

Gli esperti di SIMIC hanno presentato le principali caratteristiche della macchina per la produzione di energia di fusione, sottolineandone gli aspetti di costruzione meccanica (visto l’indirizzo meccanico dell’Artom di Canelli). ITER è un reattore deuterio-trizio in cui il confinamento del plasma è ottenuto in un campo magnetico. Il combustibile utilizzato è una miscela di Deuterio e Trizio derivati dall’acqua marina, due isotopi di idrogeno che vengono riscaldati alla temperatura di circa 1 milione °C formando il plasma; per mantenerlo lontano dalle pareti vengono utilizzati forti campi magnetici.

All’interno del reattore in pratica si riproduce l’attività dell nostra stella, il Sole, che come sappiamo è un’enorme centrale a fusione nucleare, quindi si cerca di riprodurre il Sole… sulla Terra!
Con ITER l’energia prodotta si può definire Energia Pulita, purtroppo ci sono aspetti negativi: sono previsti tempi molto lunghi di costruzione e costi molto elevati; inoltre viste poi le altissime temperature, le usure di alcuni componenti sono molto rapide. Infine ci si scontra con la difficoltà a contenere il Deuterio, uno degli elementi di combustione, perché altamente volatile.

Il Progetto ITER è molto importante per tutta l’umanità perché è giusto salvaguardare il pianeta evitando danni all’ambiente, cercando nuove energie rinnovabili pulite.
Gli esperti di SIMIC hanno terminato l’incontro con utili consigli per gli studenti dell’ITIS Artom: ”Impegnatevi seriamente per ottenere una specializzazione nel campo che sceglierete”.
“Imparare un mestiere e/o continuate gli studi all’università scegliendo sia ciò che appassiona e sia ciò che vi darà possibilità di lavoro”. “Infine fate esperienza all’estero sin da ora e imparate bene almeno la lingua inglese!”.

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