Giovedì 29 luglio, si è diffusa la notizia, ad Asti, della rinuncia da parte del Gruppo cinese High, che ha ritirato l’offerta di acquisizione della Way Assauto. Pare che a chiudere le trattative con i cinesi sia stata la richiesta di dimostrare la propria solidità finanziaria.
I sindacati hanno quindi cercato di avere un incontro con gli altri due gruppi italiani, Ocap e Raicam, che hanno dimostrato un certo interesse per l’azienda astigiana.
Sull’empasse della cessione è intervenuto il parlamentare astigiano Massimo Fiorio, sollecitando il tavolo istituzionale presieduto dalla presidente della Provincia e il Commissario Straordinario. In particolare l’On.le Fiorio sottolinea come sia necessario essere molto più concreti nel definire le condizioni di aggiudicazione, impegnandosi a fornire il massimo supporto alle aziende interessate a salvaguardia di tutti i posti di lavoro e per ottenere la massima garanzia per il mantenimento della storica fabbrica sul territorio.
“La scorsa settimana nel corso del dibattito in consiglio provinciale – ha sottolineato Fiorio – il Sindaco di Villanova d’Asti ha dato sviluppo ad un’ipotesi concreta di ricollocazione della Way Assauto, indicando una vasta area attrezzata. Una soluzione seria e concretamente praticabile che consente di riaprire efficacemente la trattativa di cessione dell’Azienda.”
“Credo che tutto il territorio – rimarca l’On.le Massimo Fiorio – possa mettere importanti sinergie per salvare la fabbrica. Il tavolo istituzionale può quindi fornire al Commissario D’Addario e ai potenziali acquirenti ulteriori argomentazioni per valutare al meglio l’opzione di acquisto della WayA.”
La costruzione dello stabilimento produttivo della Way-Assauto, in via Antica Cittadella 2, ad Asti, iniziò nel 1907. L’inaugurazione avvenne il 25 gennaio 1908. Da 400 operai nel 1909 si passò a 1.800 nel 1918.
La Way-Assauto diventò per Asti grande industria ad iniziare dagli anni Trenta sotto la direzione di Antonio Griffa, grande “capitano d’industria”, cui, in occasione delle manifestazioni per il centenario di vita dello stabilimento di via Antica Cittadella, il Comune di Asti ha intitolato un’area verde vicina alla Way-Assauto.
Passati gli anni difficili della seconda guerra mondiale, con la ricostruzione, la Way-Assauto entrò sul mercato nazionale e su quelli esteri con prodotti di alta qualità e prestigio inserendosi bene soprattutto nel settore della componentistica dei mezzi di trasporto: biciclette, ciclomotori, moto e per tutti gli automezzi su gomma e rotaia.
Negli anni Cinquanta, l’ing. Giorgio Griffa, alla guida della grande industria, riuscì ad inserirne con successo i prodotti su tutti i mercati del mondo. Successivamente ai vertici dell’industria, al suo fianco, arrivarono i fratelli Paolo ingegnere ed Aldo avvocato. Il primo assunse la direzione tecnica e la ricerca scientifica il secondo la direzione commerciale.
Dagli anni Cinquanta agli Ottanta la Way Assauto conobbe il periodo migliore, con 2.500 dipendenti più una mezza dozzina di piccole industrie satelliti.
Nel 1971 la Way Assauto venne acquistata dalla multinazionale americana ITT. La denominazione della società restò inalterata fino all’11 dicembre 1975, quando si trasformò in IAO Industrie Riunite S.p.A., con sede in Beinasco (Torino) gruppo ITT. La IAO raggruppava aziende in svariati settori: meccanica, plastica, gomma ed elettricità.
Il 24 novembre 1981 avviene l’accorpamento della IAO nella S.I.E.T.T.E. Impianti Elettrici Telefonici, Telegrafici e Costruzioni Edili S.p.A., con sede in Firenze.
Il 4 dicembre 1986 lo stabilimento Way-Assauto di Asti è classificato come unità locale n° 1 della società IAO INDUSTRIE RIUNITE S.p.A. con sede legale a Beinasco (TO), costituitasi come nuova società il 20 ottobre 1986.
Il 1 luglio 1991 ricomparve l’originale denominazione WAY ASSAUTO s.r.l., facente parte del Gruppo Rigamonti, con sede in Beinasco (To), subentrata alla società IAO.
Nel 2000 la Way-Assauto cambia nuovamente nome in Arvinmeritor fino al 2006 quando assume l’ultima denominazione: Astigiana Ammortizzatori Way Assauto, in cui ricompare la vecchia denominazione.