Nel sessantesimo anniversario della morte di Cesare Pavese, esce in questi giorni il decimo volume di saggi internazionali “Pavese sessanta. Nuovi studi comparativi e ritorni” a cura dell’Osservatorio permanente sugli studi pavesiani nel mondo del Centro Pavesiano Museo casa natale (CE.PA.M.) di Santo Stefano Belbo (Cuneo), unico organismo a carattere internazionale ad occuparsi con continuità dell’opera pavesiana.
Lo stesso Pavese, in occasione della pubblicazione dell’edizione einaudiana di Lavorare stanca, nel 1943, si autodefinì una delle voci più isolate della poesia italiana. Questo giudizio era sicuramente valido con riferimento al tempo in cui egli visse e operò in campo letterario. Oggi, per converso, si moltiplicano, a livello internazionale, gli studi “intertestuali” intorno all’opera di Cesare Pavese, che mettono in risalto il “dialogo a distanza” tra lo scrittore langarolo e altri autori, non solo italiani, ma anche stranieri.
Il decimo volume dà conto, per l’appunto, di questa “intertestualità”. Viene analizzato, nei vari saggi, il rapporto di Pavese con la letteratura e la cultura americana, col mondo classico greco, ma anche con la letteratura greca dei nostri giorni, con la letteratura giapponese, con scrittori contemporanei operanti in Romania (Lucian Blaga) e nella Svizzera italiana (Plinio Martini), con il cinema di Michelangelo Antonioni (si pensi alla versione cinematografica di Tra donne sole). In altri saggi, assistiamo, invece, al “ritorno”, in forme nuove, ad alcuni temi già trattati nei precedenti nove volumi: il motivo della morte, così come emerge dai Dialoghi con Leucò, il rapporto tra poesia e prosa in Pavese, le pagine diaristiche de Il mestiere di vivere.
Il decimo volume ospita scritti di: Antonio Catalfamo (Università di Cassino); Giovanna Romanelli (Università Cattolica di Milano); Ioannis Dim. Tsolkas (Università di Atene); Doina Condrea Derer (Università di Bucarest); Alberto Borghini (Politecnico di Torino e Università di Pisa); Anna Themou (Università di Atene); Hanibal Stănciulescu (Università di Bucarest); José Manuel de Vasconcelos (scrittore, Portogallo); Yoshio Kyoto (Università di Tokyo); Jacqueline Spaccini (Université de Caen Basse-Normandie); Wolfgang Sahlfeld (Alta Scuola Pedagogica di Locarno); Eleonora Carcaleanu (Università di Bucarest).
Il dipinto di copertina “La luna e i falò” è stato realizzato dalla pittrice doglianese Giovanna Sardo.