19 arresti per truffa in tutta Italia per 2 milioni di euro

Nella mattinata di oggi, 8 ottobre, i carabinieri di Villanova d’Asti, coadiuvati da quelli di Roccella Jonica (RC) ed in contemporanea con analoga attività svolta dai colleghi di Ivrea (To), hanno dato esecuzione a 19 ordinanze di custodia cautelare di cui 16 in carcere e 3 agli arresti domiciliari, emesse dal GIP del Tribunale di Ivrea (To) nei confronti di:

Antonucci Bruno, pregiudicaTo 51enne, residente a Pont Canavese; Mesoraca IppoliTo, pregiudicaTo 62enne, residente a Rivarolo Canavese (To); Mesoraca Sabrina, pregiudicata 23enne, residente a Rivarolo Canavese (To); Mathias Hedge Yohan, pregiudicaTo 32enne, originario delle Isole Mauritius, residente a Castellamonte (To); Conto LamberTo, pregiudicaTo 43enne, residente a Torino; Grosso Andrea, pregiudicaTo 41enne, residente a Castellamonte (To);  Mesoraca Cosimo Damiano, pregiudicaTo 40enne, residente a Marina di Gioiosa Jonica (RC);
Bevilacqua Cosimo, pregiudicaTo 45enne, residente e Marina di Gioiosa Jonica (RC), già sotToposTo alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza; Preda Elisabeta, pregiudicata 44enne, residente a Rivarolo Canavese (To), sotToposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione; Bevilacqua Maria, 47enne, residente a Rivarolo Canavese (To); Carabetta Francesco, 33enne, residente a Rivara (To); Mesoraca Stefania, 24enne, residente a Rivara (To), sotToposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione; Mesoraca Letizia, 25enne, residente a Rivarolo Canavese (To), sotToposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione; Giolitto Deina Massimo, 42enne, residente e Rivarolo Canavese (To); Abate Gianluca, 28enne, residente a Rossano (CS); Cardone Egidio, 64enne, residente a San Giorgio Lucano (MT); Pace Giuseppe, 47enne, residente a Rivarolo Canavese; Pace Demis, 35enne, residente a Rivarolo Canavese (To); Vironda Domenico, 42enne, residente a Courgnè (To).

Gli arrestati hanno realizzato centinaia di truffe in tutta Italia in oltre dieci anni di attività, utilizzando assegni a vuoto/falsi per acquistare beni di varia natura (alimenti, auto di grossa cilindrata, biglietti ferroviari, casalinghi, elettrodomestici, gioielli, orologi, strumenti musicali, viaggi, etc…) o per pagare cure odontoiatriche o prestazioni professionali di liberi professionisti. I loro assegni erano intestati a persone fisiche o giuridiche fantasma (società costituite ad hoc per utilizzarne la ragione sociale e la partita iva). I beni acquistati venivano successivamente rivenduti ed il profitto spartito tra gli associati.

La truffa consisteva nell’individuare inserzioni di vendita poste sui principali siti di “e-commerce”, contattare il venditore sotto falso nome con modalità tali da indurlo a ritenere un reale interesse nell’acquisto del bene, contrattando sul prezzo di acquisto, facendo emergere l’intenzione di pagarlo con denaro proprio e riferendo successivamente di trovarsi in località distante rispetto al luogo di vendita. Nel caso invece di truffa sui veicoli, veniva organizzato un appuntamento con il proprietario del mezzo per l’autentica della firma sul certificato di proprietà, finalizzato alla vendita del mezzo, da effettuarsi presso l’ufficio anagrafe comunale comodo al proprietario e saldandogli contestualmente il corrispettivo con assegno circolare contraffatto.

In realtà il membro del sodalizio che di volta in volta effettuava le operazioni di acquisto del mezzo, di fatto intestava il veicolo a se stesso, fornendo il suo documento d’identità autentico, riportante però un indirizzo di residenza presso cui in realtà non era reperibile. Con questa tecnica il “gruppo” era riuscito ad impossessarsi di autovetture di grossa cilindrata quali Bmw X3, Bmw X5, Audi A3, Audi Q7 ecc., e dopo averle ritirate dai venditori, per lo più soggetti privati, le portavano immediatamente in alcuni depositi di Torino, di proprietà di alcuni soggetti del sodalizio criminoso e venivano nella stessa giornata “riciclate” per l’esportazione in Francia o in Marocco mediante la procedura di “radiazione” delle targhe per esportazione all’estero, oppure ancora cedute a soggetti che, dopo averle radiate dal PRA italiano, le esportavano nell’est europeo (principalmente in Bulgaria).  

L’attività d’indagine, oltre che a ricostruire l’intera gerarchia del sodalizio criminale, con i ruoli dei singoli soggetti nonché ad individuare il cassiere ed il falsario, a casa del quale sono stati sequestrati computer, stampanti e carta per riprodurre fedelmente assegni, ha consentito di attribuire al “gruppo” la commissione di almeno 236 reati per proventi complessivi di circa 2.000.000 di euro, deferendoli all’A.G. per associazione per delinquere  finalizzata alla truffa, ricettazione, sostituzione di persona, contraffazione di titolo di credito, uso del titolo contraffatto, falsità di atti aventi valore di pubblica autenticazione (contraffazione tagliando assicurativo), uso degli atti falsi, riciclaggio nazionale ed internazionale di 19 veicoli.

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