Giovedì 15 settembre molti amministratori locali e sindaci di piccoli comuni aderiranno alla protesta indetta da ANCI e UPI contro l’ultima manovra finanziaria e in particolare contro i’art. 16 che scompiglia gli ordinamenti dei nostri Enti locali.
Alla protesta aderiranno sindaci e amministratori appartenenti ad ogni schieramento politico, per manifestare la loro contrarietà “nei confronti di un processo che non tiene in considerazione le ragioni dei territori e di quegli Enti che risultano essere i più vicini alle esigenze dei cittadini”.
Sono 81 Comuni dell’Astigiano sotto i 1000 abitanti, che entro i sei mesi dell’entrata in vigore della legge di conversione dovranno presentare una proposta di aggregazione alla Regione Piemonte, che a sua volta dovrà in ogni caso (quindi anche in caso di proposta mancante o non conforme al dettato legislativo) provvedere alla costituzione delle unioni entro il 31 dicembre 2012 e (31) i Comuni tra i 1000 e i 5000 che dovranno comunque gestire obbligatoriamente in forma associata tutte le funzioni fondamentali o funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo.
Le forme associative dei Comuni attualmente esistenti nella Provincia di Asti (Comunità Collinari, Unioni, Comunità Montanta) saranno rimpiazzate da nuove geografie amministrative, determinando lo smantellamento di ciò che di ciò che è stato fatto in tema di gestione associata.
Nel suo comunicato il PD parla di “tentativo di disgregare le nostre comunità, da parte di soggetti ben lontani dal conoscere le nostre realtà e minimamente intenzionati a farlo”.
Molti i dubbi che l’articolo 16 solleva. Tra gli altri: Che fine faranno i consorzi e gli enti (COGESA, CISA, Acquedotti, GAIA…) a partecipazione comunale erogatori dei principali servizi sul territorio (smaltimento dei rifiuti, erogazione di servizi di tipo socio assistenziale, erogazione dell’acqua…) L’Art. 16 sembra infatti non garantire la sostenibilità da parte degli Enti locali delle funzioni e dei servizi che devono erogare ai cittadini.
E quale risparmio – ci si chiede – un’operazione del genere potrebbe assicurare dal momento che la distribuzione e la riorganizzazione delle funzioni, il ridisegno degli enti che erogano servizi e la riorganizzazione degli stessi non potranno essere effettuati senza un impiego notevole di denaro? “Proprio mentre i Comuni chiedono con forza di rivedere le regole del patto di stabilità, per i danni gravi che stanno provocando, con l’emendamento all’articolo 16 non solo non si risponde a questa richiesta ma si sottopongono alle stesse regole anche i comuni con meno di 5mila abitanti”.
Su questi temi il PD intende organizzare a breve un convegno/seminario aperto a tutti gli amministratori e cittadini. “Appare quanto mai urgente – si legge nel comunicato – colmare l’assenza totale di indicazioni da parte di Regione e Provincia, enti che, anche da normativa dovrebbero coordinare il processo.”