Una delibera veramente inconsistente, quella con cui la Giunta canellese affronta il problema dei lavoratori stagionali stranieri, consentendo ai parroci, durante il periodo vendemmiale, di ospitarli.
Sono state numerose le telefonate arrivate in redazione per l’insensibilità con cui il Comune, ormai da anni, affronta il problema degli stranieri stagionali che, in occasione della vendemmia, giungono numerosi in città, anche in pullman.
A lamentarsene, in particolare, sono gli abitanti di piazza Unione Europea e quelli delle case prospicienti il torrente Belbo dal ponte di corso Libertà al cavalcavia, dove in mancanza di qualsiasi struttura pubblica, i lavoratori stagionali si sono accampati in condizioni disumane, in compagnia di nutrie e topi, su giacigli di cartone e teli di nylon. Un bivacco, senza servizi igienici, che può rappresentare un pericolo per la salute pubblica. Una situazione che, da un lato, indigna i cittadini sensibili al rispetto della persona e, dall’altro, esaspera chi, con sfumature razzistiche, se la prende con quanti sono mossi dal bisogno, dimenticando che questa manodopera è indispensabile alla raccolta dell’uva. E’ indegno di una città che si vanta di appartenere al mondo civile. Altro che patrimonio dell’Unesco!
Perché il Comune non provvede ad allestire spazi adeguati nel rispetto della dignità di tutti?
In proposito, Ilona Zaharieva della cooperativa Lavorare Insieme e dell’associazione Ponte di Pietra ha dichiarato: “Il problema andrebbe affrontato qualche mese prima della vendemmia. Da parte nostra, accogliamo solo coloro che sono in regola o con il permesso di soggiorno o con il passaporto europeo.
Quest’anno ai nostri 70 soci si sono aggiunti, per tutta la durata della vendemmia, altri 50, che dispongono di un letto, un armadio, un frigo, un fornello a gas ed, ovviamente, di servizi igienici. In passato avevamo fatto richiesta al Comune di poter sistemare gli alloggi vuoti di piazza San Leonardo che potrebbero servire ottimamente allo scopo, senza ricevere alcuna risposta.”