A conclusione dell’“Operazione Cenerentola”, i carabinieri di Canelli hanno tratto in arresto il 26 settembre scorso, una coppia macedone, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal gip del Tribunale di Asti, dott. Marco Dovesi, nei confronti di:
Jonche Kitanov, 44 anni, residente a Castagnole Lanze, operaio;
Gabriela Divchova, 34 anni, residente a Castagnole Lanze, disoccupata.
Agli arrestati sono stati contestati i reati di maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni personali messi in atto nei confronti di una bambina di 10 anni, ‘Sara’, affetta da lievi disturbi mentali, figlia naturale del Kitanov Jonche.
La complessa attività d’indagine ha avuto origine da una segnalazione fatta dalla scuola frequentata da ‘Sara’. I primi accertamenti esperiti dai carabinieri di Castagnole Lanze hanno consentito ai carabinieri di Canelli di avviare un’articolata attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore di Asti, dott.ssa Donatella Masia.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali e le videoriprese nell’abitazione degli arrestati, hanno permesso ben presto di avvalorare l’ipotesi investigativa raccogliendo inconfutabili prove a carico degli indagati, resisi responsabili dal maggio 2016 di innumerevoli episodi in cui la piccola ‘Sara’ (di cui Gabriela Divchova è matrigna) veniva percossa, nonché soggetta a continue minacce e vessazioni.
Le immagini registrate all’interno dell’abitazione facevano emergere gravissimi e pressoché quotidiani episodi di maltrattamenti fisici e psicologici, vessazioni e soprusi nei confronti della minore, la quale veniva altresì trascurata in ogni ambito (alimentazione, pratiche igieniche, abbigliamento, ecc.), mentre tutte le attenzioni venivano riservate alla sorellastra, di un anno più grande, quest’ultima figlia biologica dell’indagata alla quale non veniva fatto mancare nulla sia dal punto di vista affettivo che materiale.
Le indagini permettevano altresì di appurare che la vittima veniva sistematicamente percossa con bastoni o altri oggetti contundenti e spesso veniva minacciata di morte da parte di entrambi gli arrestati, subendo forti pressioni psicologiche, costringendola a vivere in uno stato di perenne terrore.
Le due minori sono state affidate a strutture dei servizi sociali.