La rivista trimestrale di storia e storie “Astigiani”, che ha raggiunto il traguardo del decimo numero, è stata presentata lunedì 15 dicembre al circolo Dlf di via al Mulino. Il luogo scelto ricorda l’alluvione del 1994 che devastò anche il circolo dei ferrovieri.
“Parliamo di alluvione e delle memorie di quello sconvolgente evento di vent’anni fa ospitando decine di ricordi ancora vivissimi e commoventi dei nostri lettori – ha detto il direttore di Astigiani Sergio Miravalle – commentando il titolo del servizio di apertura: non abbiamo dimenticato”.
Nel salone del circolo ferrovieri, gremito di pubblico, è stato proiettato un filmato girato a suo tempo dall’astigiano Chicco Rissone che racchiude immagini di quei giorni e spezzoni dei telegiornali. Il video è in versione integrale sul sito di Astigiani.
Gianfranco Miroglio, a suo tempo insegnante alla scuola di Rocchetta Tanaro, ha letto un suo toccante ricordo di quei giorni. Si sono viste le immagini degli “angeli del fango” che intervennero allora e si è quindi passati ad un altro segno concreto di solidarietà con la consegna da parte dei vicepresidenti di Astigiani Mimma Bogetti e Renzo Caracciolo del ricavato editoriale ottenuto con la vendita del libro “Bula di Coj” sul gergo e i modi dire dell’astigiano, frutto del lavoro di ricerca di Pippo Sacco, arricchito dai disegni di Paolo Fresu. Ne sono state tirate 1700 copie. Come nei desideri dell’autore l’utile di 5000 euro è stato consegnato con un assegno di Astigiani a suor Luigina e suor Anna Rosa, le religiose che gestiscono la mensa sociale comunale. Un ricordo affettuoso è andato all’opera di suor Palmira che per tanti anni ha retto la mensa. E’ intervenuto anche l’assessore ai servizi sociali del Comune Piero Vercelli.
Un altro assegno solidale di mille euro è stato consegnato a Vincenzo Soverino, presidente dell’Aisla che lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica. “Quest’estate molti si sono gettati secchi di acqua gelata addosso promettendo aiuti è stata una moda che ha spopolato su Internet, noi più concretamente il nostro aiuto lo diamo così” ha aggiunto Miravalle.
Dopo un ironico siparietto che ha visto salire sul palco Pippo Bessone (divenuto famoso come anima e voce dei Tre Lilu) nella vesti di un divertente Padre Philps, si è tornati ai temi della rivista, sfogliando idealmente le sue 128 pagine.
C’è una ricostruzione delle vicissitudini del codice Astensis, ricco di miniature, che verrà esposto a Milano in occasione del’Expo. A metà Ottocento era finito in Austria. Indagando sui cittadini onorari Stefano Masino ha scoperto altri due concittadini insigniti alla fine dell’Ottocento e rifatto la storia di questa Magna Carta astigiana.
Facendo un salto di secoli eccoci a 70 anni fa sulle colline tra Nizza, Agliano e Mombercelli dove si concluse con l’inverno e un grande rastrellamento nazifascista la breve stagione della Repubblica del Monferrato. Un tentativo di stato democratico dopo vent’anni di dittatura, raccontato da Mario Renosio, direttore dell’Istrat, che ha citato anche l’aeroporto di Vesime costruito dai partigiani per far atterrare gli aerei alleati carichi di aiuti.
Si resta nel Novecento per leggere la storia della famiglia Gerbi guaritori di Vallendona. Sulla vicenda umana dei setmin ha scritto un libro e l’ha raccontata ad Astigiani Luigi Berzano docente di sociologia e parroco di Vallendona che ha sottolineato la capacità della rivista di divulgare la storia “partendo dal basso”.
Altro personaggio da esplorare è Giovanni Pastrone: fu tra i pionieri del cinema muto con il suo Cabiria e Livio Musso, che a Pastrone ha dedicato studi e ricerche, racconta i tratti più di sorprendenti e curiosi della sua astigianità.
L’intervista della rubrica “Confesso che ho vissuto” aveva visto finora protagonisti finora solo uomini. Il giusto spazio al femminile lo merita Laura Pesce, nicese doc, prima donna sommelier italiana che si è confessata ad Enrica Cerrato.
“La mia è stata una panciata di vita, direi quasi una scorpacciata” ha detto l’intraprendente signora nicese, che ancora ama essere chiamata “la figlia di Italo” dal nome del padre che gestì per decenni, con tutta la famiglia, il più importante locale ristorante della Valle Belbo.
La presentazione ha poi visto scorrere le altre rubriche con l’intervento degli attori che danno vita al dramma “Luisa d’Ast”, un testo teatrale sulla sfondo della Repubblica Astese del 1797, ricostruito per Astigiani da Daniela Nebiolo e portato in scena dal gruppo di Fabio Fassio al Tambass di Rocca d’Arazzo, il prossimo 30 gennaio.
Si è poi ascoltato l’oboe di Angelo Manta, raccontato da Armando Brignolo nella rubrica Una vita per la musica, e si è scoperto che l’ex sindaco Luigi Florio aveva un nonno a Genova pioniere dell’industria motociclistica.
In conclusione, a conferma del successo del Bagna Cauda Day, Mimma Bogetti ha consegnato alla attuale direttrice della biblioteca Astense Donatelli Gnetti, un assegno di 500 euro per l’operazione “Adotta uno scaffale”.