L’alluvione 1994 nel ricordo dei cronisti canellesi

1994 2Dal supplemento speciale al n. 47  de L’Ancora del 18 dicembre 1994, si ricava una nota della redazione canellese: “Per chi deve informare ed ama il posto in cui vive, dare notizia del disastro non è stato solo un ‘lavoro’, è diventato l’entrare nel dolore della gente, nella disperazione di chi ha perso ogni cosa e, in qualche caso, degli affetti.


auto sommerseForse sarebbe stato più semplice infangarci fino al collo, dare una mano a svuotare cantine e magazzini. Raccontare e documentare in queste condizioni è stato un tormento costato fatica e sforzo di uomini e mezzi… insieme a qualche rischio”.

 

1994 3collaboratori che si sono mossi durante quella lunga interminabile emergenza sono stati Beppe Brunetto, Mauro Ferro, Filippo Larganà e Gabriella Abate. 

Visto il grosso impegno dell’Amministrazione comunale nel lanciare il supplemento de L’Ancora (18 dicembre 1994) e dei collaboratori canellesi, ci sembra interessante riproporre le foto e la cronaca di quella spaventosa tragedia del 5-6 novembre 1994.

1994 1

In prima pagina, con la foto di auto ammassate in via 1° Maggio, la didascalia: “L’alluvione ha messo in ginocchio 

Lunedì 7 novembre Canelli e la valle Belbo. Drammatica la cronaca che ha colpito la città del Moscato. Morti e feriti, economia distrutta, danneggiati molti uffici pubblici, ma soprattutto momenti di ansia e terrore per tutti gli abitanti della zona. Ferve l’attività di ripresa che coinvolge ogni settore lavorativo”.
Sempre in prima pagina, con la foto, il Vescovo Mons. Livio Maritano in visita alle zone alluvionate, al Centro operativo di via Bussinello,” incontra il sindaco Oscar Bielli e il vice Invernizzi e mobilita la Diocesi “a dare prova (domenica 13 dicembre) di concreta fraternità cristiana”.

1994 4

Ore 12,30, sul ponte di corso Libertà, un giornalista di Canale 5, Lambezzi, chiede dei soccorsi. Non ci sono. Chiama subito la sua Tv che nel telegiornale riesce ancora a far vedere Canelli e il suo dramma. A Trento i Vigili del Fuoco sono in allerta. Arriva l’ordine di partire per Canelli, dove, in serata, si accampano nel palazzetto dello sport e dove già sistemano due torri di illuminazione.

campagnaIntanto, nel pomeriggio, su di un platano davanti al bar Torino, Amilcare Ferro fotografa il manifesto che annuncia la morte dei coniugi Genovese. La gente comincia a sentire la stanchezza, cammina curva, mal di testa.
Martedì 8 novembre. “Dopo l’alluvione comincia un nuovo giorno”, come a dire che, nonostante tutto, la vita riprende.
«Martedì 8 novembre, è un altro giorno. Ore 6, cominciano ad arrivare le prime telefonate, non dappertutto. Si lavora già febbrilmente. Mancano le idrovore. Quelle che ci sono si inceppano per i detriti.

cri alluvioneManca sempre la luce. Il freddo si fa sentire, 12-13 gradi. Acqua e fango ovunque. Manca l’acqua potabile.
Continua a piovere, come ha fatto tutta la notte, non a dirotto. Si temono crolli come si temono i sciacalli. Tutta la notte ci sono state le ronde composte da amministratori, carabinieri e militari.
Le abitazioni ai piani terra e rialzati sono state tutte abbandonate. Qualche bar, non allagato, riesce, con autoclavi e cucine da campo a tirar fuori qualche caffè, che viene poi offerto gratis.

g v alfieriOre 7, la macchina dei Vigili Urbani avverte che in piazza Gioberti e all’incrocio di viale Risorgimento con via Alba, sono state sistemate due autoclavi di acqua potabile.
Si continua ad avere l’impressione che nessuno si sia accorto dell’esistenza di Canelli e dei suoi problemi.
La gente ora bestemmia contro tutti e tutto. Cresce il nervosismo. Qualcuno comincia a buttarla in politica. E ci va giù pesante.

volontari FARMACIA BIELLIOre 9, in centro città, con le ruspe e le pompe dei privati circolano alcuni mezzi dei militari e dei Vigili del Fuoco di Trento.
Ripassa l’auto dei Vigili, le scuole apriranno lunedì 14.
Non c’è assolutamente pericolo di epidemie. Arriva l’acqua da bere in bottiglie. Ne arriverà altra in elicottero.
In giro c’è troppa gente che vuol vedere e ingombra chi lavora.
Intanto ad Alba è andato Berlusconi “Dall’alto abbiamo visto la cultura del pioppo, tutta danneggiata, ma qui la gente è forte…”. E’ stato fischiato.

Ore 13,  sono stati distribuiti 500 pasti caldi.