A Strevi salvata la chiesa parrocchiale, con fondi dell’8xmille

strevi-parrocchia-restauro-1325I segni del tempo si fanno sentire sulle persone, ma anche su chiese e monumenti. Ed erano ben visibili, quelli che gravavano sulla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo a Strevi (Al), nella diocesi di Acqui.
 
Originariamente costruita su tre navate, la parrocchiale fu costruita circa ottocento anni fa, intorno al 1200. Successivamente, nei secoli subì sostanziali modifiche ed ampliamenti, le più importanti a fine Settecento, quando fu completamente rifatta (ed ampliata) su disegno dell’architetto Giuseppe Caselli, secondo i canoni stilistici del cosiddetto “barocco piemontese”.
 
In quella occasione, la struttura della chiesa venne demolita quasi per intero, conservando solo l’attuale abside che venne edificato utilizzando quello che un tempo era stato il torrione di Nord Est del muraglione di cinta del castello medievale, e l’attuale torre campanaria, dove, in effetti, è possibile ravvisare chiari elementi romanici.
 
La struttura interna dell’edificio, realizzata appunto su progetto del Caselli, presenta un insieme di archi romani a tutto centro, impostati su pilastrate di pietra viva, dalle quali si dipartono delle calotte sferiche completate da volte a vela che le collegano ai muri perimetrali, sui quali si possono ammirare i pregevoli affreschi eseguiti, nella seconda metà dell’Ottocento, da Pietro Maria Ivaldi, detto “Il Muto”, noto pittore ponzonese.
 
A lavori ultimati, la parrocchiale, già anticamente dedicata all’Arcangelo Michele, è stata solennemente consacrata da monsignor Giuseppe Sciandra, allora vescovo di Acqui Terme, il 24 settembre 1883.
 
Nel corso degli anni, e particolarmente negli ultimi trenta, la chiesa era stata sottoposta a diversi interventi di restauro e consolidamento, ma negli scorsi mesi l’evidente deterioramento ha reso improcrastinabile un intervento di ampia portata.
 
L’abside, posto proprio sul ripaggio del Borgo Superiore, presentava crescenti segni dello scorrere del tempo. Intemperie, piccole scosse telluriche, usura e, soprattutto, le impercettibili ma continue vibrazioni causate dal traffico in transito sulla statale sottostante, ne avevano logorato le fondamenta: l’edificio non era in pericolo immediato, ma la sua stabilità era sicuramente diminuita rendendo indispensabile un intervento manutentivo, come confermato, d’altra parte, da crepe e fessure che si aprivano, visibili ad occhio nudo, sui muri perimetrali e su quello absidale.
 
Elaborato dall’ingegner Giuseppe Reggio, con la consulenza del geologo Marco Orsi, è stato, dunque, approntato un articolato intervento, diviso in lotti e dall’importo decisamente importante: 660.000 euro in totale.
 
Una consistente parte della spesa è stata affrontata grazie al ricorso al contributo dell’8 per mille della Cei, che ha stanziato a favore di San Michele Arcangelo ben 156.000 euro: circa un quarto della somma totale. Le generose donazioni dei fedeli, ed il supporto di Comune, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria hanno consentito di coprire la quota mancante.
 
La ditta incaricata, l’Impresa Edile “Fratelli Boccaccio” ha immediatamente cominciato a consolidare il terreno su cui poggia l’abside mediante la posa di micropali. Durante i primi giorni di lavoro, la frana di un pezzo del muro di confine ha sottolineato l’urgenza di procedere celermente.
 
Si sono, dunque, rapidamente rinforzate le fondamenta, con un efficace sistema che ha abbinato colate di cemento armato alla presenza di tiranti d’acciaio lunghi fino a 17 metri e posti alla base sottostante il muro per assicurarne la definitiva stabilità.
 
Ultimato il consolidamento orizzontale dell’abside e della parete nord, si è passati a quello verticale, con l’annesso rifacimento del tetto della sacrestia, ormai fatiscente, e di una parte della copertura dell’abside, con annessa sostituzione di alcune travature e la sistemazione di due capriate che con lo scorrere del tempo hanno ceduto e si sono appoggiate sulla volta. Oltre ad un generale aggiustamento della parte restante, sarà rifatto il tetto della navata nord così come quello della canonica che da tempo è puntellato. La ditta esecutrice delle opere, “Impresa edile M.Guizzaro”, provvederà ad ultimare i lavori prima dell’inverno, con l’ausilio di una imponente gru, in grado di superare in altezza la misura del campanile, che verrà posizionata nello spazio antistante il vecchio Oratorio, e con la quale si provvederà alla rimozione e alla posatura della travatura pesante e di altro materiale pesante come coppi e rottami di derivazione.
M.Pr