Celeste Amerio, 105 anni suonati. Li ha compiuti domenica 23 gennaio, nella casa di riposo circondata dal verde “Villa Cora” di Canelli, dove si trova da otto mesi. Festeggiata dai figli Eugenio e Vilma, da amici e direttrici.
Accolti da un sorriso che conquista, cominciamo una lucida chiacchierata partendo dall’amara sconfitta subita, la sera precedente, dalla sua Juve che segue ancora in Tv.
Facile iI passaggio ai bei giorni della gioventù: “Io sono nata a Serra Masio di Sant’Antonio, proprio nella casa costruita nel 1913, per 13.000 lire, alla copertura, con porte e finestre in larice. Sono andata a scuola fino alla sesta.”
Una storia di altri tempi, come sottolinea la nuvola dei suoi capelli bianchi: “Cantavo volentieri (‘sotto il cipresso guardavo le percorelle’, canticchia). Mi piaceva il liscio e andavo a ballare con i più bei vestiti d’allora, di seta finissima. A 22 anni, mi sono sposata con Alfredo, un falegname, bello e bravo, di San Marzano Oliveto. Sono poi nati Vilma ed Eugenio. A Canelli, avevamo un laboratorio attrezzato, ma non c’era lavoro e ci siamo trasferiti in Francia dove pagavano indifferentemente sia in carta che in oro! Poi siamo scappati in Italia, di notte, per non combattere contro gli italiani”.