Enrico Cavallero, consigliere comunale di Costigliole, interviene in merito al rischio di chiusura dell’Istituto Sperimentale per l’Enologia: «Non è la prima volta che il Governo in un’azione di revisione organizzativa e gestionale ai fini del contenimento dei costi, mette a rischio di chiusura il Centro di ricerca per l’Enologia, ora Istituto Sperimentale per l‘Enologia di Asti.
L’ultima risale ad una decina di anni fa. In quegli anni, la mobilitazione fu generale, il Comune e la Provincia di Asti si attivarono e unitamente alle Province, alle Regioni delle altre sedi nazionali interessate, avviarono una trattativa utile a far prevalere le ragioni e l’importanza delle attività degli istituti di ricerca inquadrate in ambiti molto settoriali e specialistici. Nella mia qualità di consigliere provinciale, componente della commissione agricoltura con “delega” conferitami dal Presidente della Provincia, portai il mio contributo recandomi diverse volte a Roma e partecipando a diversi tavoli di discussione. In quelle occasioni misi a conoscenza del Ministro Gianni Alemanno e dei funzionari del Ministero che quella di Asti, in fatto di vitivinicoltura, è la maggior provincia del Piemonte, con 18 mila ettari coltivati a vite con un patrimonio di eccellenza ai primi posti nelle graduatorie mondiali.
Esposi nei dettagli la storia dell’Istituto fondamentale nella lotta alla “peronospera” in passato e fondamentale per la ricerca sulla “flavescenza” e alle altre malattie della vite ai giorni nostri, e che il Centro di ricerca per l’Enologia di Asti è un Istituto con 142 anni di storia che gode di molto prestigio a livello internazionale i cui risultati conseguiti negli anni hanno contribuito notevolmente al successo della viticultura e al prestigio dei nostri vini nel mondo. Gli sforzi fatti non furono inutili, nel febbraio 2006 la presidenza dei consiglio dei ministri, su proposta dello stesso Ministro delle politiche agricole, stabiliva con apposito decreto il piano di riorganizzazione e razionalizzazione della rete delle articolazioni territoriali e del consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura–CRA.
L’indicazione ministeriale tenne conto del centro di ricerca astigiano unitamente Istituto sperimentale di viticoltura di Conegliano Veneto TV anche lui a rischio chiusura, distinguendone le competenze e con questi presupposti: “Sviluppa ricerche relative alla vendemmia e alle tecniche di vinificazione con particolare riferimento allo sviluppo di fenomeni biochimici e meccanici di trasformazione dell’uva in vino, ai rapporti dei costituenti con l’ossigeno ai trattamenti finalizzati ad una conservazione ottimale al ruolo delle sostanze presenti nel mosto, all’impiego degli enzimi, lieviti e batteri alla caratterizzazione delle produzioni locali”.
L’augurio che anche questa volta il nostro istituto si possa salvare dalle scure del Governo, che si possano fare valutazioni non solo prettamente economiche e di risparmio, ma che tengano conto del valore scientifico e umano dei ricercatori del centro astigiano.
Le ragioni di allora sono ancora validissime anche per il tanto lavoro fatto in questi anni a fianco del sistema produttivo della Provincia, l’istituto di Asti è unico in Italia per il modo con cui affronta l’enologia, che qui si compiono studi dal punto di vista chimico, microbiologico, dell’analisi sensoriale e della biologia molecolare. E se è vero che nelle diverse università si compiono studi sul vino, nessuno lo fa in modo totale come si fa ad Asti.»